Dopo l'incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l'imperatore Nerone decise di farsi costruire una nuova residenza con le pareti rivestite di marmi pregiati e le volte decorate d'oro e di pietre preziose, tanto da meritare il nome di Domus Aurea. Venne progettata dagli architetti Severo e Celere e decorata dal pittore Fabullo. L'enorme struttura comprendeva sconfinati vigneti, pascoli e boschi, un lago artificiale, tesori saccheggiati nelle città d'Oriente e preziosi ornamenti, fra i quali una maestosa statua dell'imperatore nelle vesti del dio Sole.
Alla morte di Nerone i suoi successori cercarono di cancellare ogni traccia del palazzo. I lussuosi saloni furono spogliati dei rivestimenti e delle sculture e riempiti di terra fino alle volte e sopra furono costruite le grandi terme di Tito e di Traiano. Nella valle sottostante fu edificato il Colosseo. Le meravigliose decorazioni a fresco e a stucco della Domus Aurea rimasero nascoste fino al Rinascimento. Allora alcuni artisti appassionati di antichità, tra cui Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello, Giovanni da Udine e Giulio Romano, calandosi dall'alto in quelle che loro pensavano fossero delle grotte, iniziarono a copiare i motivi decorativi delle volte. Per questo le decorazioni furono chiamate grottesche. Dopo questa riscoperta iniziarono i problemi legati alla conservazione delle pitture e degli stucchi, che sbiadirono velocemente a causa dell'umidità e finirono per essere dimenticati. Solo dopo i ritrovamenti degli affreschi di Pompei gli studiosi si interessarono di nuovo alla Domus Aurea e nel 1772 furono ripresi gli scavi.
Della Domus Aurea oggi resta soprattutto il nucleo edilizio del colle Oppio, formato da circa 150 ambienti, articolati attorno alla sala a pianta ottagonale, vero e proprio fulcro di tutto il complesso, esteso per una lunghezza di circa 400 metri. Gli ambienti, costruiti in opera laterizia, sono per la maggior parte coperti da volte a botte. La planimetria di quanto si conserva permette di individuare due settori: uno occidentale, caratterizzato da un cortile-giardino a pianta rettangolare, circondato da un portico di ordine ionico, lungo i lati del quale si distribuiscono le sale che si pensa possano essere il settore privato della residenza neroniana. A questo settore appartengono alcuni degli ambienti più famosi: la Sala della volta delle civette, così chiamata per i motivi decorativi della volta, riprodotta nei disegni e nelle incisioni del Settecento; il Ninfeo di Ulisse e Polifemo, che prende il suo nome dal soggetto a mosaico riprodotto al centro della volta. Assai più articolato il settore orientale della Domus, centrato sulla sala a pianta ottagonale e sui due grandi cortili poligonali aperti ai lati di questa. In questo settore del Palazzo sono conservate la Sala della volta dorata, con la sua ricca e sfarzosa decorazione a stucchi policromi; la Sala di Achille a Sciro, dal soggetto del quadro centrale della volta, che riprende il noto episodio omerico; la Sala di Ettore e Andromaca, anche questa ispirata dall'epos omerico. La mancanza di porte, di latrine, di ambienti di servizio e dei sistemi di riscaldamento farebbero escludere il carattere residenziale del padiglione del colle Oppio, riservato probabilmente solo allo svago e all'ozio dell'imperatore e dei suoi ospiti, in una cornice ricca di bellezze naturali e di opere d'arte.
La fama degli stucchi e delle pitture della
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