Così Alba Medea, in “Affreschi delle cripte eremitiche Pugliesi” – 1939, la descriveva: “La cripta è al di sotto della chiesa del Carmine, che si trova in paese. Vi si accede per una piccola porticina a sinistra dell’altar maggiore […]. Si di scendono 10 gradini e ci si trova in un’amplissima grotta che si estende a destra e a sinistra; nell’insieme, benché irregolarissima, sembra essere semicircolare, al centro è un pilastro di vaste proporzioni, altri due pilastri sono addossati alle pareti. Tutta la grotta è scavata nella viva roccia.”
Lo studioso De Bernart, un trentennio dopo scrive: “[…] un tempo di più vaste proporzioni, fu poi ridotta alle misure attuali nel 1500, quando fu edificata la chiesa di San Marco. Anche la cripta era dedicata a San Marco, che trovasi affrescato sul pilastro centrale, sormontato da un archetto tribolo, su fondo rosso scuro, seduto col capo leggermente piegato in avanti, mentre scrive su di un libro ed ha il corpo avvolto in un manto rosso. Delle lettere riportate sulle pagine del libro oggi non v’è quasi traccia.