Visitare la cripta di S. Ippolito, tornata alla luce nel 1894 e situata sotto il presbiterio della omonima chiesa di impianto settecentesco, è come scendere gli scalini della storia.
Da fonti scritte sappiamo che essa era la cripta della chiesa costruita e consacrata nel 1196 dai Camaldolesi, subentrati nell’adiacente convento ai Benedettini, nel 1146. Ma l’analisi dei paramenti murari e di altri elementi permette di definire varie fasi di costruzione, di cui quella più antica è l’abside dell’ambiente centrale: scavi realizzati nel 1997 lo hanno confermato. Essa infatti era una delle due absidi contrapposte di un edificio, i cui muri e la pavimentazione furono realizzati con mattoni sesquipedali romani di reimpiego. Tale primitivo edificio bi-absidato costituisce una tipologia rarissima per epoca ipotizzata. Tutta la cripta nel suo complesso, per il materiale impiegato, dai mattoni, alle colonne, ai capitelli di varia epoca, offre un sorprendente esempio di stratificazione storica.