La Cripta di Sant’Antonio Abate, situata nella campagna nei pressi della zona industriale di Nardò, è una piccola cappella rupestre scavata nel tufo, più di due metri al di sotto del livello del terreno; quasi invisibile da lontano, è segnalata da una croce piantata in prossimità dell’ingresso. E' detta anche “Sant' Antonio di Fuori” per distinguerla dal complesso conventuale di Sant' Antonio da Padova, ubicato all' interno del paese.
La cripta, risalente al periodo altomedievale, ha una struttura peculiare struttura molto comune nel Salento e in generale nella Puglia che si può far risalire alle ondate migratorie che interessarono i monaci basiliani tra il VII e il X sec; a causa delle incursioni saracene prima e degli editti iconoclasti per cui molti monaci di rito greco si spostarono in Puglia, continuando a professare il loro culto in armonia con la popolazione locale, che li accettò di buon grado.
La cripta, che per le sue dimensioni ridotte venne destinata ai bisogni di una piccola comunità, presenta nel complesso un apsetto molto semplice con una pavimentazione in terra battuta e un soffitto basso e irregolare. E’ ad aula unica, alta 1,90 m e l’elemento più suggestivo è un ciclo di sedici affreschi in cui figurano Cristo, la Vergine col Bambino e vari santi, molti dei quali scarsamente riconoscibili a causa del cattivo stato di conservazione in cui versano le pitture. Le figure sono raffigurate all’interno di una ‘architectura picta’ costituita da sottili colonnine bianche coronate da capitelli a foglie su cui si impostano archetti trilobati decorati ad ornati vegetali. L’accesso alla cripta è stato scavato in modo da creare un vestibolo a cielo aperto, da cui è stata ricavata la scala, che scende, al di sotto del piano di campagna.. Ad oggi la cripta è accessibile grazie all’attività di un’associazione locale che si occupa della sua promozione e tiene viva la tradizione della “focara” ossia un falò acceso il 17 gennaio di ogni anno (festa di Sant’Antonio Abate) in seguito al pellegrinaggio alla cripta, alla veglia di preghiera e alla lettura del vangelo in lingua greca. Per tutelare e promuovere il luogo, l’associazione e i cittadini si sono impegnati a far votare la cripta al censimento.