Il paese di Calci si trova alle pendici del Monte Pisano, a circa 10 chilometri da Pisa.
La sua vallata è chiamata Valgraziosa perché piena di grazia, proprio per i numerosi conventi, romitori e pievi romaniche. Qui si trova, da più di 700 anni, anche il convento di Nicosia.
Fondato dal vescovo pisano Ugo da Fagiano nel 1263, secondo la più tarda tradizione erudita egli avrebbe scelto questo "luogo aspro e selvaggio" e rifugio di ladri, briganti e meretrici, proprio per bonificarlo e proteggere i viandanti che spesso venivano molestati e talvolta uccisi. Volle chiamarlo Nicosia in ricordo del suo passato vescovado nella lontana Nicosia di Cipro. Nel 1267 il convento e la chiesa furono intitolati a "Sant’Agostino, alla Vergine e a San Tommaso apostolo".
Seguirono periodi di decadenza e di rinnovata prosperità che permisero a Nicosia di acquisire nei secoli ricchezze e possedimenti. Dopo la soppressione dei conventi attuata dal regime napoleonico, nel 1815 il convento, ormai povero, fu ripristinato e, in seguito, affidato ai frati della riforma di San Francesco, i Frati Minori Riformati, che rimasero fino al 1972. Oggi il complesso è di proprietà demaniale.
Nel corso della sua lunga esistenza ha vissuto periodi di splendore e di potere, alternati a fasi di decadenza e miseria. Ha sempre rappresentato un punto fermo, religioso, culturale e affettivo, con il territorio. Dopo aver ospitato, per centinaia di anni, religiosi che hanno fatto risuonare gli echi delle loro preghiere tra le vaste stanze, agli inizi degli anni '70 del secolo scorso il convento è rimasto disabitato, abbandonato. Saccheggiatori, vandali e malintenzionati hanno fatto diventare Nicosia una terra di nessuno. I rovi e le altre piante infestanti hanno completato l'opera.
Nel 2004 è nata l’associazione Nicosia nostra. Il suo scopo primario è tutelare e valorizzare il complesso e, nello stesso tempo, ristabilire proprio quell'antico legame con gli abitanti del territorio. Dal 2004 ad oggi sono state realizzate opere di bonifica e di pulizia, manifestazioni ludiche ed eventi culturali, progettati e realizzati materiali divulgativi come cd-rom, dvd, video e libri su Nicosia, raccolti documenti e testimonianze tesi alla ricostruzione storica degli ultimi anni del convento e di quello che ha rappresentato per la comunità. Si sono sviluppate inoltre collaborazioni con associazioni locali, con enti pubblici e privati, il tutto con l’unico fine di “ridare vita” al convento.
Nel 2017 è stata organizzata una raccolta fondi, tramite anche il lancio di un crowdfunding, che ha visto partecipare tantissime persone, a dimostrazione ulteriore del bene che lega la comunità al convento. Grazie alla somma raccolta è stata recuperata, messa in sicurezza e resa fruibile una parte di bosco che circonda il convento, importante per il suo valore ambientale e paesaggistico, perché uno dei rari esempi rimasti di foresta relitta mediterranea.
Del convento oggi è attiva e viva la chiesa, con la sua comunità parrocchiale.
Vi vengono officiate le funzioni religiose e, da alcuni anni, è stata reintrodotta la cerimonia legata al “Perdono di Assisi”, con la Santa Messa officiata dall’Arcivescovo.
Nel periodo natalizio viene realizzato, dal 1999, un grande presepio realizzato completamente a mano.