CONVENTO DI SAN FRANCESCO

IGLESIAS, SUD SARDEGNA

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CONVENTO DI SAN FRANCESCO
La chiesa di San Francesco risale al XIV secolo ed è di stile gotico catalano, alcuni elementi architettonici sono stati aggiunti nel corso dei secoli. La chiesa, in pietra sedimentaria e vulcanica, ha pianta a navata unica scandita da campate mediante archi diaframma a sesto acuto impostati su pilastri, che sostengono la copertura lignea a vista. Il presbiterio a pianta quadrata è rialzato e coperto da una volta stellare conclusa da una gemma pendula, impostata su peducci decorati. L'arco presbiteriale ha la stessa struttura degli archi di accesso alle cappelle laterali, con qualche variazione: le dimensioni e l'ampiezza della soglia e la ghiera dell'arco in conci chiari e scuri alternati. Sette cappelle rialzate si aprono su ogni lato e presentano volte a crociera costolonate con gemme pendule variamente decorate, così come i capitelli di stipite degli archi d'ingresso e i peducci di imposta delle volte. Dalla prima cappella a d. si può raggiungere una cantoria in muratura. La facciata è completamente liscia, se si esclude la presenza di due oculi e di un rosone in asse con il portale. Quest'ultimo è costituito da stipiti a fascio di colonnine e architrave monolitico su mensole decorate. Sull'architrave poggia l'arco di scarico sopraccigliato e modanato a fasci che richiamano il motivo degli stipiti. La comunità francescana era presente in città già dal periodo della dominazione pisana, ma quando Iglesias, nel 1324, passò sotto il dominio aragonese, il re sostituì tutti i religiosi della città con altri di sua scelta e a lui favorevoli. I Frati Minori vennero in Città tra il 1320 e il 1330 per concessione del Papa Giovanni XXII, con la Bolla " Ex munere coelesti" e l'intervento del Re Giacomo II, il quale diede disposizioni all' Infante Alfonso e al Capitano di Villa di Chiesa Pietro De Libiano a favore dei Frati di San Francesco. Da allora i re d'Aragona provvedettero regolarmente sussidi ai frati. Nel 1720 la Sardegna divenne dominio dei Savoia, i quali non vedevano di buon occhio le comunità religiose. Nel 1855 il convento di S.Francesco e tutti i beni della comunità furono presi in consegna dal delegato speciale Della Torre, i frati rimasero tuttavia nel convento, ma nel giorno di Natale del 1866 furono espulsi dalla loro abitazione in forza della Legge del 1855 ( Governo del Regno di Sardegna) e del 1865 (Regno d'Italia) di soppressione degli Ordini religiosi e subirono l'incameramento dei loro beni (conventi, chiese, terreni, case). Ricordiamo il P. Nicolò Locci, P. Stanislao Garau e P. Venerando Cannas,alla cui morte la Chiesa fu occupata dal Comune. Col Convento i Frati persero la Chiesa e i terreni circostanti, cioè sette orticelli che si trovavano dove oggi sorge la Scuola Elementare femminile. I beni di valore furono inventariati e sottratti dalla chiesa, compresi 1200 libri antichi, un'effigie della Madonna d'Itria e il retablo di Antioco Mainas, risalente al 1560 circa. La chiesa rimase comunque aperta per le funzioni, che venivano celebrate da singoli frati, a cui fu consentito di restare in città per celebrare. Nel 1899 la chiesa di S.Francesco venne chiusa con regio decreto e fu affidata all'amministrazione comunale, gli ultimi arredi rimasti per le funzioni vennero confiscati. La chiesa fu sconsacrata e si tentò di farne una palestra. Nel 1914 rischiò di essere abbattuta, ma il podestà Piga e alcuni sovrintendenti si batterono per salvarla. Poi divenne una caserma e nel 1918 un forno, inizialmente per cuocere il pane per i soldati, ma l'anno successivo il forno fu usato anche per produrre pane a basso costo per il popolo. Nel 1924 la chiesa fu restaurata e nel '28 finalmente fu riaperta al culto. Il ritorno dei Frati ad Iglesias è avvenuto il 25 aprile 1935. Alla fine degli anni '90 del XX secolo, a seguito di una petizione popolare, il retablo del Mainas, custodito dalla fine dell'Ottocento sino ad allora nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari, fu restaurato (1998) e riportato a Iglesias.
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