Sopra uno sperone roccioso sulla riva dell’Orolo, opposta alla pie-
ve di San Pietro di antica origine, sorge il Santuario della Madonna
del Cengio, documentato fin dal XII secolo, che subì ristrutturazioni
successive nel corso dei secoli fino al 1920. Già dei padri Birgitti-
ni e poi dei Canonici di San Salvatore di Venezia, dal secolo scor-
so nella chiesetta e nell’eremo attiguo risiedono i Servi di Maria.
Il chiostro conserva un fregio originale quattrocentesco a motivi
vegetali. All’interno affreschi importanti per la storia della pittura
vicentina denunciano la diffusione di modelli giotteschi in queste
zone. La chiesa di S. Maria del Cengio è nominata per la prima vol-
ta nell’anno 1192, tra le pergamene del Centio Camerario, il regi-
stro delle chiese e dei monasteri che devono pagare una somma in
soldi veronesi alla Santa Sede romana. Nessun’altra testimonianza
anteriore ci parla di questo piccolo convento, quasi un’urna di umil-
tà, stagliato in alto su una cengia di rocce marine e vulcaniche.
L’antico documento medievale è scarno di altri tasselli di cronaca,
ma si può supporre che la chiesa preesistesse, o quale pieve al tempo
dell’iniziale evangelizzazione, o quale ospizio per viandanti lungo l’an-
tica via romana che da Vicenza conduceva verso le valli del Leogra
e dell’Astico, oppure come cappella del castello, il “Castellaro”, nel
luogo in cui oggi sorge l’eremo, che si ergeva più in alto, sulla som-
mità della collina, assieme all’antica torre costruita su un macigno
roccioso detto la “Priara”.