CONVENTO DEI FRATI ALCANTARINI

MARCIANISE, CASERTA

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CONVENTO DEI FRATI ALCANTARINI
Chi entra, da piazza Onofrio Buccini, nel convento dei francescani di Marcianise, dopo un breve ingresso, s’imbatte nel luminoso chiostro, definito da archi sorretti da massicci ed alti pilastri di tufo. Sebbene riscontri a prima vista manomissioni e strutture aggiunte -soprattutto si nota il rimpicciolimento delle luci degli archi —, ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un’opera di un costruttore intelligente, tanto i rapporti di volumi e di masse sono rispettati. La stessa sensazione ha quando visita la chiesa, si ferma nei corridoi del piano superiore, composti a quadrato perfetto per l’accesso alle ariose cellette, o sale per curiosità dalla soffitta nel sottotetto della chiesa per ammirare la spaziosità della costruzione e la struttura della volta. Le caratteristiche peculiari della chiesa alcantarina di Marcianise, come di tutte le costruzioni del genere che risentono dell'influenza vanvitelliana, sono la solidità delle fondazioni, incatenate da archi e volte, sul vuoto di cripte cimiteriali o direttamente sul terreno sago­mato, determinanti il piano di terra; lo spessore considerevole dei muri, sovrabbondantemente calcolato; la chiusura della costruzione a volte robuste, di ampia luce come nella chiesa, o susseguentisi a catena come sulle cellette e sui corridoi del convento; la ricercatezza di un’architettura seria, unitaria, che inquadri i movimenti delle lesene, dei pilastri e dei muri in una scenografia essenziale ma splendida, in cui s’inseriscano con armonia le rientranze delle cappelle laterali, concepite come corpo della chiesa e non come parti staccate; la correttezza stilistica dell’uso appropriato di basi, di capitelli, di architravi, di fregi e di cornici. L’elemento principale dì questa essenziale visione architettonica è la struttura nella semplicità delle sue linee, nei chiaroscuri dei movimenti dell’abbondante lesenatura, nei rapporti geometricamente scanditi dei volumi e delle proporzioni. Ogni decorazione è superflua e distrae dalla direzione architettonica data dai costruttori all’opera.
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