Monastero con annessa la chiesa di Santa Maria della Croce, nei pressi del cimitero di Conversano. Promotori della sua costruzione furono il conte Giangirolamo I Acquaviva d'Aragona e il vescovo Romolo Valenti, nel 1572. Agli inizi del 1700 il monastero si arricchì di nuovi ambienti destinati al lanificio dei frati. Durante la peste fu adibito a lazzaretto. In seguito fu abbandonato, i paramenti sacri venduti e la quadreria dispersa. Solo alcuni dipinti sono stati recuperati e si trovano nel museo diocesano di Santa Chiara a Conversano. Oggi il complesso è ridotto ad un rudere che si può ancora recuperare.