La presenza dei monaci celestini, ovvero dei benedettini seguaci di S. Pietro Celestino, è attestata nella metà del XIV sec.. Nel 1350 don Pietro Galgano di Siponto,arcivescovo di Cosenza, nelle case paterne eresse un monastero intitolato a S. Pietro. Nel 1654 Pietro Borsa nominò erede universale la congregazione celestiniana a patto che la sede di Manfredonia fosse elevata al rango di Abbazia. Verso la fine del XVIII sec. il vecchio edificio fu demolito, il nuovo monastero si presenta come un palazzo nobiliare, i caratteri architettonici denotano modelli coevi del barocco abruzzese. A seguito della soppressione della Congregazione dei Celestini (1807-1810), l’edificio fu concesso al Comune di Manfredonia da Gioacchino Murat nel 1813 per uso di casa Comunale e tribunale. Recenti lavori di restauro hanno restituito all’antico splendore e reso fruibile l’intero edificio che ospita l’Auditorium comunale, la Biblioteca con volumi e documenti storici, la mediateca e una pregevole raccolta di tele a soggetto religioso dei secoli XVII e XVIII .