Il decreto napoleonico del 1804 sancisce la realizzazione dei cimiteri all'esterno del centro abitato, possibilmente esposti a nord, cinti da muri alti due metri in cui effettuare sepolture individuali. Un regolamento prevede di destinare 1/6 dell’area per le mortalità eccezionali (epidemie), predisporre strade, locali di servizio, portici, colombari, ossari, cappelle, edicole e tombe. Nascono così i cimiteri monumentali storici italiani. A Fermo nel 1813 venne individuata un’area distante circa un miglio dal centro nei pressi del tempietto ottagonale di S. Croce alla Mossa, poi utilizzato come ossario. Dopo anni di abbandono, nel 1852 il Comune rimette in funzione il cimitero. All’interno custodisce i sepolcri di coloro che finanziarono l’edificazione e nelle cappelle laterali ci sono i sarcofagi dell’Arciconfraternita della Pietà e di cittadini illustri. Il progetto prevede spazi liberi e percorsi alberati come in un giardino all’italiana.