L’edificio nel quale ha sede dal 1936 il Liceo Classico “Pietro Verri” è sorto all’inizio del secolo XV come Monastero delle Monache Umiliate di San Benedetto ed ha subito nel tempo diverse trasformazioni. Venne ingrandito una prima volta incorporando il palazzo della nobile famiglia De’Cani negli ultimi decenni del ‘500, ed il progetto si deve a Pellegrino Tibaldi, attivo in Lodi anche nel Convento degli Olivetani di San Cristoforo. Il bellissimo chiostro è di netta impronta tibaldiana, di forma quadrilatera, presenta quattro arcate sui lati più brevi e cinque sui lati più lunghi, sorrette da snelle colonne in granito rosato. Nel 1785 l’Ordine delle Benedettine venne soppresso dal governo austriaco e l’edificio venne destinato a sede della Imperial Regia Delegazione provinciale di Lodi, capoluogo di una delle otto province della Lombardia austriaca. Fra il 1790 e 1794 intervenne un altro illustre architetto, il Piermarini, che trasformò il chiostro in cortile, liberando i plinti delle colonne dal parapetto che li univa e caratterizzando in stile neoclassico la decorazione del fregio marcapiano. L’ultima e definitiva trasformazione avvenne ad opera dell’architetto Giovanni Muzio, (1893-1982) che tra 1934 e 1935 adattò la ex Sottoprefettura a sede liceale instaurando un dialogo assai equilibrato tra il suo composto razionalismo e le persistenze architettoniche del Tibaldi e del Piermarini. Nelle severe aule del Verri insegnarono molti illustri docenti, fra cui è bene ricordare almeno il fisico e matematico ingegner Giovanni Gandini (1843-1907) che ne fu anche preside. A lui è intitolato ora il Liceo Scientifico.