Il chiostro di Sant'Erasmo rappresenta la storia più autentica e antica di Milano: si tratta infatti di uno degli edifici più antichi della città, di cui è accertata l'esistenza già nel 1346. La zona in cui fu edificato, la contrada di Borgonuovo, si sviluppò immediatamente fuori la cinta massiminana (quarto secolo) con connotazione prevalentemente monastica. Durante i secoli quindicesimo e sedicesimo il convento assunse una forma più o meno definita, comprendendo chiesa, campanile, chiostro, ospedale, giardini e orti. Il secolo successivo segnò l'inizio del declino del convento, fino alla sua soppressione avvenuta nel 1780: gli edifici che lo componevano furono trasformati in laboratori, rimesse, abitazioni, alterandosi e trasformandosi fino ad essere demoliti dopo che la zona fu bombardata nel 1943. Sopravvissero l'impianto planimetrico dell'area e parte del chiostro, indubbiamente l'elemento di maggior valore artistico con gli archi a tutto sesto, le colonne di serizzo e i capitelli di gusto tardo gotico. Il recupero del chiostro di Sant'Erasmo è opera di una delle figure più importanti nell'ambito dell'architettura contemporanea a livello mondiale. Il progetto nasce dalla consapevolezza del valore storico dell'edificio (il chiostro è vincolato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali) e dalla volontà di mantenere integro il prospetto verso la piazza Sant'Erasmo.