La chiesa di Sant’Agnese a Rorai Piccolo di Porcia ha origini che si perdono nel tempo. Non è nota l’epoca della primitiva fondazione ma ciò che ancora oggi possiamo ammirare risale, almeno parzialmente, al secolo tredicesimo; sono infatti databili a quel periodo gli affreschi che ricoprono una parte delle superfici murarie interne.
La chiesetta, che fino agli inizi dell’800 era isolata ed in piena campagna, è piccola ma ben proporzionata: è formata da un’unica aula rettangolare di circa 11 per 8 metri sormontata da un tetto con capriate in legno a vista e completata da un presbiterio voltato a botte. La parete nord conserva un palinsesto di immagini molto deteriorato, databile tra la fine del sec. XIII e gli inizi di quello successivo: vi si possono scorgere episodi della Passione (Flagellazione e Crocifissione) una Madonna in trono, una teoria di santi e la rara immagine dei Tre Patriarchi. A maestranze trecentesche vanno ricondotti gli affreschi del presbiterio con il Cristo in Maestà e figure di santi e sante, tra le quali compare l’eponima Sant’Agnese: sull’altare maggiore campeggia la pala ad affresco un tempo attribuita al Pordenone – ora ricondotta all’Amalteo – raffigurante una Madonna col Bambino in trono tra Santa Caterina, Sant’Agnese e l’Eterno Padre.
La semplice facciata è ornata a destra dal campanile e da un pronao ricostruito in tempi recenti. La struttura architettonica della Chiesa è testimone della sua lunga e travagliata storia, tanto da poter ipotizzare che il lato nord (dove sono presenti gli affreschi più antichi) possa risalire a poco dopo l’anno Mille e l’altro opposto invece ad un’epoca di molto posteriore; nulla vieta di pensare ad una ricostruzione del ‘500, magari successiva al catastrofico terremoto del 1511 o alle numerose incursioni ottomane che tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 interessarono l’attuale territorio del Friuli Venezia Giulia e che comportarono gravissime distruzioni.
Nella seconda metà del ‘900 si sono susseguiti interventi di restauro delle strutture murarie e degli affreschi, lavori imposti da emergenze contingenti, come il sisma del 1976, necessari per la loro salvaguardia, ma che hanno tuttavia pesantemente impattato sulla facies antica dell’edificio e alterato l’aura complessiva del sito. La chiesa è un piccolo ma prezioso gioiello purtroppo poco conosciuto: è necessario che riacquisti il giusto ruolo nel territorio con un programma complessivo ed organico di restauro e valorizzazione.
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