CHIESETTA DI SANTA CATERINA

CASARGO, LECCO

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CHIESETTA DI SANTA CATERINA
La chiesetta di Santa Margherita: tra le più antiche della Valsassina Collocata su uno sperone roccioso nelle vicinanze del valico di Piazzo, poco fuori dall'abitato di Somadino a 865 metri sul livello del mare. Sul luogo di fortificazioni altomedioevali, in una posizione di particolare valenza strategica, l'edificio sacro si trova sul percorso che collegava la val Casargo alla Valtellina. Anzi l'antica strada passava proprio sotto lo stesso portico antistante fino alla costruzione dell'attuale carrozzabile nel 1880. Santa Margherita a differenza di tutte le altre chiese del territorio, che hanno subito molteplici trasformazioni nel corso dei secoli, conserva tutt'ora gran parte delle antiche formule romaniche, soprattutto nella parte absidale, dove è custodito il ciclo di affreschi più antichi della Valsassina. La sua costruzione, secondo gli studiosi, è da collocarsi tra la fine dell' XII e i primi del XIII secolo. Il piccolo oratorio è comunque citato nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" del 1266 di Goffredo da Bussero, in cui viene riportato l'elenco delle chiese presenti all'epoca nella diocesi di Milano ("In vasaxina, loco somadino, ecclesia sancte margherite"). Ancora oggi l'edificio si presenta con forme omogenee se si esclude il portichetto aggiunto in epoca più tarda ed è composta da una piccola navata suddivisa in due campate con volte a vela rivolta ad oriente e da un abside semicircolare sovrastata dal catino. La facciata, stando sotto il portico, ha un portale di accesso e due finestre munite di grata. Sul lato meridionale c'è una apertura di dimensioni maggiori che illumina l'interno. Intorno all'abside sono visibili gli archetti sotto gronda e le tre monofore. Il tetto a due falde e la conica copertura dell'abside sono rivestite da spesse piode locali. In corrispondenza della facciata svetta un campaniletto a vela senza campana. I muri esterni, per la caduta degli intonaci, mettono in luce, nella zona absidale e nella parete meridionale, una tessitura muraria di pietre a vista. La costruzione originaria, senza portico e con una piccola porta sul lato nord, ha comunque subito nei tempi rimaneggiamenti e aggiunte. Infatti è solo tra la metà del XIII e il XV che viene aggiunto il portico in dimensioni più piccole dell'attuale e sostitute le primitive capriate interne del tetto con una duplice volta sorretta da pilastri sporgenti dal muro (lesene). Nel XVII secolo vengono chiuse le monofore e la porticina laterale, su ordine di San Carlo e ricavata una finestra sul lato meridionale e due gradini nel presbiterio all'epoca di Federico Borromeo. Nel settecento viene ampliato il portico con l'aggiunta di sedili in pietra e aperta una finestra di sinistra nella facciata. L'altra finestra della facciata, la riapertura delle monofore e di una nicchia interna per gli olii santi risalgono all'epoca contemporanea (fine XX secolo). All'interno, a sinistra per chi entra, nella prima campatella della navata è presente un affresco che rappresenta la Vergine con Bambino, Santa Margherita alla sua sinistra e un santo martire alla sua destra che il Borghi ("Il lago di Lecco e le valli, 1999) identifica come San Giorgio.
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