Nel comune di Cison di Valmarino, sul confine della provincia di Treviso, percorrendo un’emozionante strada panoramica ricca di storia, dopo il centro abitato di Tovena, prima di affrontare gli impegnativi tornanti e le ardite gallerie del Passo di San Boldo, c'è un luogo suggestivo per paesaggio, architettura e richiami storici e spirituali. Si tratta della chiesetta di San Vigilio. Edificata alla fine del 1500, fu dedicata al Santo Vescovo Patrono di Trento. Ricorrentemente la comunità dei devoti vi si recava unita in processione per implorare la pioggia necessaria per i raccolti. La chiesetta viveva in simbiosi con l’eremo costruito in pietra che si trova nelle adiacenze, un antico dormitorio, dove dei frati eremiti offrivano riparo e ristoro ai viandanti e ai pellegrini, in particolare a coloro che provenivano dalle comunità alpine diretti ai porti veneti, da dove salpavano in nave per la Terra Santa o per Santiago di Compostela. Per raggiungerla si parcheggia lungo la provinciale, prima del primo tornante, e si percorre a piedi una breve mulattiera, rimasta inalterata con i suoi muretti a secco, utilizzata in origine anche per raggiungere i pascoli con il bestiame e per portare a valle il legname e quant’altro potessero offrire quei luoghi, come tipicamente avveniva in tutta la zona delle Prealpi trevigiane. Il punto di partenza della breve escursione, integrata nel circuito dei sentieri del CAI della zona, è rappresentato da un ulteriore grazioso monumento storico. Si tratta della piccola cappella dedicata a Santa Ottilia (Obernai, 660 – Hohenbourg, 720), fondatrice e prima badessa dell'Abbazia di Hohenbourg. https://it.wikipedia.org/wiki/Ottilia_di_Hohenbourg Nei suoi pressi è stata rinvenuta l’importante reliquia del cranio della santa, ora custodita gelosamente nella chiesa parrocchiale di Tovena, dove ancora oggi, nella seconda domenica di novembre, si celebra questa ricorrenza con profonda devozione. Il corpo della santa è conservato presso il monastero di Mont Sainte Odile di Strasburgo, ed è effettivamente privo della testa. Le vicissitudini per le quali il capo della santa sia giunto a Tovena si perdono nella leggenda. Si narra che esso sia stata portata da un pellegrino forestiero intorno alla metà del XIV secolo. Proveniente da un imprecisato paese del Nord, egli sarebbe giunto stremato in paese dal passo di San Boldo, affidando alla gente del luogo la sacra reliquia, per sparire poi senza lasciare traccia.
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