CHIESETTA DEL CARMINE DETTA DEL CRIVELLI

SACCOLONGO, PADOVA

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CHIESETTA DEL CARMINE DETTA DEL CRIVELLI
La storia dell'oratorio, che sorge a pochi passi dalla sponda destra del Bacchiglione e leggermente discosto dall'attuale centro abitato di Creola, merita di essere raccontata. L'edificio venne innalzato attorno al primo quarto del Cinquecento su iniziativa dell'uomo d'armi Benedetto Crivelli, di origine milanese, passato alla storia per un tradimento che egli perpetrò ai danni di Luigi XII di Valois, re di Francia, dal quale aveva ricevuto l'incarico di difendere la fortezza di Crema dalle truppe di Venezia Serenissima. Ma il Crivelli operò un sensazionale voltafaccia e, senza colpo ferire, consegnò il feudo cremasco alla Repubblica veneziana: era il 9 settembre 1512. Di lì a poco il governo veneto ricompensò il condottiero lombardo assegnandogli un'abitazione a Padova, nelle vicinanze degli Eremitani, e una vasta tenuta a Creola, già appartenuta alla famiglia Conti. La costruzione della chiesetta iniziò dunque durante la permanenza del Crivelli a Creola e fu certamente ultimata all'indomani della sua morte, avvenuta nel 1516, da parte del nobile Alvise Pisani, che gli subentrò nelle proprietà. Quest'ultimo, desiderando riservare al capitano di ventura una dignitosa sepoltura, scelse quale sede appropriata la navata della piccola chiesa di Creola: qui fece collocare un maestoso sarcofago in pietra bianca di Carrara che contenesse le spoglie mortali del Crivelli. Recenti studi hanno assegnato l'opera allo scultore Lorenzo Bregno, attivo in Veneto nei primi decenni del sedicesimo secolo. Il sarcofago di Creola, vero e proprio capolavoro, è ritenuto una delle più alte espressioni della scultura veneta del primo Cinquecento. Dal punto di vista architettonico la chiesetta del Crivelli, pur non presentando elementi di particolare pregio stilistico, si contraddistingue per la facciata principale che presenta un frontone curvilineo di chiaro influsso lombardesco. Il singolare prospetto dell'oratorio è unico in tutto il Padovano. Altra soluzione architettonica senz'altro inconsueta è data dal campanile che poggia direttamente sull'abside a pianta pentagonale. L'interno dell'oratorio, molto semplice e scevro da ogni ridondanza ornamentale, è a navata unica rettangolare: nell'abside è addossato l'unico altare in marmo bianco di Carrara sopra al quale era originariamente posta una pala, raffigurante presumibilmente la SS.Trinità, che è andata perduta. Considerato il valore storico dell'edificio, il comune di Saccolongo ne ha acquisito di recente la proprietà promuovendo un atteso e prezioso piano di recupero. Ora la chiesetta così restaurata, inserita nel percorso turistico che si snoda lungo gli argini del Bacchiglione, è meta privilegiata di numerose visite culturali
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