Delle frazioni di San Martino Sannita la più antica è probabilmente Cucciano. Le fonti e gli studi sono ancora molto carenti, ma le testimonianze della storia remota si trovano con una certa facilità. In una mappa del XVII secolo conservata nei Musei Vaticani, accanto a Benevento è segnato un centro evidentemente importante: Cocciano. Il toponimo del casale risale ai romani, per i quali era il fundus Cocceianus (podere di proprietà di Cocceio), e di certo indicava un'area più vasta dell'attuale frazione.
La testimonianza vivente di una storia antica ruota intorno alla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (da alcune testimonianze documentali si può ipotizzare che sia stata edificata nel XIII secolo), dove il culto della Madonna del Rosario risale con certezza al 1600. Lo attestano i documenti in possesso della Confraternita del Santissimo Rosario e Battenti di Cucciano, la cui fondazione risale proprio a quell'epoca. La Confraternita è uno straordinario esempio di solidarietà all'interno di una comunità che un tempo prima delle emigrazioni era molto più popolosa dell'attuale. Nei secoli ha esercitato un servizio di assistenza ai più deboli, ai malati, ai poveri, ai bisognosi. Si occupava anche del trasporto dei defunti, chiedendo un contributo spese per le possibilità di ognuno. Ma era gratis per gli indigenti. Negli anni '70 era sull'orlo di scomparire, quando i giovani di allora la rifondarono e continuarono in una missione di solidarietà. Oggi i suoi membri continuano a gestire i beni e i lasciti terrieri, i cui ricavati sono spesi tra l'altro per manutenere l'antica chiesa, gli arredi e la statua della Madonna del Rosario, che si festeggia ogni prima domenica di ottobre.
Furono proprio i cittadini della piccola frazione a ridare vita alla pieve dopo anni di chiusura a seguito del terremoto dell'80. Interventi barbari di messa in sicurezza hanno causato il danneggiamento degli affreschi che custodisce. Ancora oggi gli schizzi di cemento sulle pitture murali sono uno sfregio che grida vendetta.