La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Pieve di Scalenghe, in poco meno di tre secoli di storia, e stata accompagnata da vicende storiche e artistiche che, a partire dalla costruzione nel 1733-1737, hanno coinvolto personaggi di varia estrazione, che hanno segnato lo sviluppo del barocco sia nella capitale piemontese che nella provincia.
In particolare Gian Giacomo Plantery per rarchitettura, Alessandro Trono e Mattia Franceschini per la pittura.
Nell'inverno del 1732 si verificò il crollo del campanile e di parte della chiesa antica verso sud-est.
Venne dunque chiamato Gian Giacomo Plantery per chiedere e capire in che modo si potesse riparare la chiesa "col risparmio di spesa".
L'architetto dopo la visita riferì in una lettera del 12 giugno 1735, conservata presso larchivio parrocchiale, che tutto l'edificio era in cattivo stato ed occorreva realizzare una nuova chiesa.
I lavori cominciarono nella seconda metà del 1733 e proseguirono sino allottobre 1737. Nel 1737-38, terminati i lavori di riedificazione, avvenne la benedizione della chiesa.
Già poco dopo ledificazione della nuova chiesa venne posta lattenzione sulle dimensioni ridotte delledificio.
Si decise pertanto di prolungare la chiesa di 8,5 metri dal lato dellingresso, verso sud.
Il progetto ha previsto la demolizione della facciata, laggiunta di una nuova campata con due capelle, una per ogni lato, come a creare un atrio di ingresso, sovrastato dallorgano e coperto da una cupola pseudo ottagonale del tutto distinta rispetto alla volta originaria.
La facciata è stata ricostruita su modello di quella preesistente, conservando lo stile barocco della chiesa di inizio Settecento, in armonia perfetta con la parte originaria.
Si può considerare la fine dei lavori nel 1914 come da documento di collaudo datato 8 giugno a firma di Giuseppe Gallo.