Ansovino di Filippo, che risulta dai documenti di archivio più volte eletto priore della Contrada di S. Bartolomeo e cittadino benemerito, fa costruire la chiesa in luogo forse disabitato, ma per la salubrità dell’aria adatto a contenere un lazzaretto in anni in cui le pestilenze infierivano sulla popolazione della città (famosa quella descritta da Boccaccio del 1348). La chiesa doveva essere affiancata infatti da un piccolo convento di frati francescani spirituali, della rigida osservanza dei Clareni, che vi rimasero sino alla seconda metà del Cinquecento, accogliendo probabilmente malati e pellegrini. A partire dal 1661 la Chiesa di S. Maria di Capodarco è parrocchiale e questo indica che si è ormai costruita una piccola comunità e nel 1703 e più tardi nel 1812 viene restaurata perché pareva “una piccola chiesolina”. La nuova chiesa, dove oggi è il quadro di Vittore Crivelli, è stata costruita nel 1900.