A partire dal 1941 iniziò la costruzione della chiesa da parte della famiglia Vimercati-Sanseverino; si tratta di una costruzione in forme classiche con la facciata scandita da quattro lesene che racchiudono un rosone e due statue, il tutto sormontato da un timpano triangolare. Alla facciata è addossato un protiro, sotto il quale sono murate alcune lapidi commemorative riferite agli alpini cremaschi scomparsi, per le quali l'edificio è popolarmente chiamato "chiesa degli alpini". Nel 1951 vi vennero traslate le spoglie mortali del tenente degli alpini Marcantonio Vimercati-Sanseverino e la chiesa mutò dedicazione, dall'originale San Marco all'attuale Santa Caterina in onore della madre dello scomparso. La chiesa risulta in parziale stato di degrado, chiusa al culto e con gli ingressi murati.