La storia della fondazione della chiesa è collegata con la venuta degli Scolopi a Francavilla, voluta dal principe Andrea Imperiali (che lasciò un' ingente somma di denaro per la costruzione dell'edificio). Ottenuto il consenso dalla Sede Apostolica l'11 settembre 1681, l'Università concesse parte dei territori in suo possesso agli Scolopi, che decisero di abbattere tutti gli edifici esistenti (tra cui anche una chiesa del XVI secolo) per edificare una nuova chiesa ed un nuovo edificio. I lavori iniziarono nel 1696, come attesta una lapide sul lato destro esterno, e terminarono definitivamente nel 1728. Accanto alla chiesa fu edificato anche un collegio (il Collegio delle Scuole Pie). Con la cessione del convento al Comune, avvenuta nel 1868, la chiesa fu via via abbandonata ed oggi viene usata sporadicamente poichè necessita di un restauro. Dal 2 al 23 gennaio 2011 la chiesa ha ospitato la mostra itinerante Il vangelo secondo Giotto, rientrante nelle celebrazioni dei 700 anni dalla fondazione della città. Si tratta di una fedele riproduzione fotografica (in scala 1:4) delle pareti della Cappella degli Scrovegni a Padova. Architettura esterna La chiesa ha una facciata a doppio ordine ed una pianta longitudinale ad unica navata lungo la quale si aprono alcune cappelle laterali. Ci sono diversi elementi classicheggianti (nicchie, metope e triglifi, lesene, fregi, ornati), ed il rigore geometrico è utilizzato anche come metodo decorativo. I due ordini della facciata sono divisi in tre campiture da lesene con capitelli dorici e separati da un architrave decorato con triglifi e metope. L'assenza del frontone è compensata da un campanile a vela (posto sul lato sinistro). La cupola La cupola resta la soluzione di maggior effetto di tutta la chiesa. Non prevista nel progetto originale, fu costruita da fra' Benedetto delle Scuole Pie nel 1728 e fu il primo esempio in Puglia di cupola maiolicata (già in uso in Campania). è sorretta da un alto tamburo e termina con lanterna. Architettura interna L'interno è a pianta longitudinale e ad unica navata; su di essa si affacciano delle nicchie senza statue, introdotte da arcate e capitelli compositi. Degni di nota sono due altari, dedicati rispettivamente a San Gaetano Thiene (al di sotto del quale sono conservate i resti del martire San Celestino) e a San Elzeario; essi sono di fattura barocca e furono voluti da due principesse di casa Imperiali, Brigida Grimaldi ed Irene Simeana. Altri quattro altari furono aggiunti nella seconda metà del Settecento, realizzati con stucchi colorati. Vi sono inoltre alcune tele del XVIII secolo attribuite a Matteo e Diego Bianchi di Manduria. Gli altri oggetti che decoravano l'interno della chiesa, poichè al momento è chiusa, sono stati in parte trasferiti presso il collegio degli Scolopi a Campi Salentina.