L'abbazia di San Leonardo in Lama Volara è un'abbazia situata a Siponto, a dieci chilometri da Manfredonia, in provincia di Foggia, dedicata a San Leonardo di Noblac. Fondata all'inizio del XII secolo, entrò in declino già nella seconda metà del Duecento, passando sotto l'amministrazione di diversi ordini religiosi fino alla definitiva chiusura dell'ospedale nel 1809, che decretò il suo abbandono.
Non è nota la data esatta della fondazione dell'abbazia, ma si sa che nel 1127 era officiata dai canonici regolari di Sant'Agostino, dunque è verosimile che il complesso sia stato costruito all'inizio del XII secolo o alla fine dell'XI secolo. Alla fine del secolo, all'abbazia erano già affiliate altre dieci chiese della zona, alle quali se ne aggiunsero altre quattro durante la prima metà del Duecento, indice dell'importanza acquistata in breve tempo. Fino al 1167 il monastero è guidato da Riccardo, in personale rapporto con i papi Adriano IV e Alessandro III, per poi passare sotto il priorato di Pietro (1184-1224), due figure celeberrimi priori. Questo periodo, dunque fino alla prima metà del Duecento, può considerarsi il periodo più florido per l'abbazia, dopodiché ha inizio un rapido e inesorabile declino, dato soprattutto dalla scarsità di risorse economiche. Nel 1261 l'abbazia passa ai frati dell'Ordine Teutonico (della sede di San Tommaso, in Barletta), che ne fanno il centro della loro attività in Puglia, rimanendovi fino alla seconda metà del Quattrocento. In questo periodo, i Cavalieri vi aggiunsero un'ampia cinta e una torre merlata, oggi scomparsa. Usciti di scena anche i teutonici la gestione della chiesa, ormai considerata Badia, viene incorporata nel 1466 al Procuratorio dell'Ordine di Roma, per poi essere assegnata in commendam ai cardinali delle diocesi locali.
Pianta della chiesa del XVII secolo
Nel 1527, durante l'assedio di Manfredonia, le truppe di Odet de Foix occupano il convento, ma non dovettero procurare troppi danni se già nel 1538 la chiesa risulta officiata. Nel Seicento la chiesa passò ai frati minori i quali, durante la loro gestione, operano alcune modifiche al convento, anche di conseguenza al terremoto del 1731. Nel 1763, ad esempio, viene costruita ciò che oggi è la parte ancora abitabile del convento. Fino agli inizi dell'Ottocento nell'abbazia venivano accolti i pellegrini, che arrivavano all'ingresso laterale, maggiormente decorato. I francescani lasciano la chiesa all'inizio dell'Ottocento, portando con sé l'originale simulacro ligneo di san Leonardo del Duecento, la statua della Madonna e le reliquie del corpo di san Celestino Martire, che vengono trasferite alla chiesa di Santa Maria delle Grazie di Manfredonia. Il Re di Napoli Gioacchino Murat, con decreto del 21 gennaio 1809, sopprimendo l'ospedale di San Leonardo, ne assegnava le rendite all'ospedale di Foggia, con l'obbligo di ricevere a mantenere gli infermi della zona di San Leonardo. L'abbazia viene completamente abbandonata. Il complesso subisce una serie di danni durante la seconda guerra mondiale, riparati nell'immediato dopoguerra da don Silvestro Mastrobuoni, che riapre la chiesa al culto e ne diventa parroco. Attualmente funge ancora da sede della parrocchia di Siponto.