Chiesa di San Dionigi - Dell’originario tempio non rimane più nulla: l’attuale struttura è infatti dovuta a lavori sviluppatisi tra il 1599 e il 1610 (data riportata sulla facciata dell’edificio) nell’ambito del programma di rinnovamento degli edifici religiosi voluta dagli Arcivescovi di Milano. Suggestivo il ridente ciclo di affreschi e il ciclo decorativo di stucchi con angeli e frutta che arricchiscono presbiterio ed abside. A proposito di questa chiesa e del suo ricco patrimonio iconografico, lo storico milanese Ignazio Cantù ebbe a scrivere nella sua opera Le vicende della Brianza: “è abbellita di tante considerevoli pitture, le quali, secondo il giudizio di taluni, si riferiscono ad insigni autori”. Infatti nel coro il Cinisello dipinse San Barnaba impegnato nell’evangelizzazione, nel presbiterio invece rappresentò l’imperatore Costanzo nell’atto di condannare all’esilio San Dionigi. Sui muri laterali due affreschi raffigurano l’uno il ritorno dall’Armenia della salma di San Dionigi, l’altro il carro che trasporta San Dionigi rimasto per miracolo bloccato. Una rappresentazione della Trinità campeggia sopra l’altare. Nel tempio si venera una icona mariana molto antica, protagonista di un evento miracoloso accaduto nel 1615, quando un giovane ammutolito e paralizzato in seguito ad un forte spavento, riacquistò improvvisamente la salute.
L’oratorio di San Dionigi, importante sia sotto il profilo storico-artistico che sotto quello devozionale noto anche per la miracolosa icona mariana ivi custodita. Fu sede della prima sepoltura del vescovo milanese Dionigi, morto in esilio in terra di Armenia: una destinazione ricordata dagli stupendi affreschi dei Fiamminghini e di Vincenzo Cinisello, che rievocano la leggenda della temporanea resurrezione di San Dionigi, ritornato in vita per qualche istante nel 375 proprio sulle rive dell’Adda, per salutare Sant’Ambrogio e indicare il luogo della propria sepoltura. Purtroppo la postuma volontà del Santo non fu rispettata e il suo corpo poté riposare a Cassano solo per pochi secoli, fino alla sua definitiva traslazione a Milano.