Chiesa di Santa Maria in Valverde
La storia e il contesto
Tra i tanti monumenti sparsi nel territorio matildico mantovano, assoggettati e in stretto rapporto con la splendida Abbazia di Polirone, e che nell’XI secolo ne arricchirono il complesso monastico, si annovera la piccola chiesa di Santa Maria in Valverde, oggi di proprietà privata. Tipica chiesetta, tra le tante che si incontrano nel contado rurale mantovano, sorge nel bel mezzo di prati verdi, coltivazioni e poderi agricoli, su di un terreno appena sopraelevato, circondato in origine da un fossato. Il paesaggio circostante rappresenta con chiarezza il toponimo valverde: dal termine latino vallis e da virdi. Partendo dal centro di San Benedetto Po, dopo circa due chilometri la si incontra, lasciando la statale 413, ex strada Romana, poco prima dell’incrocio con Moglia e imboccando sulla destra uno stradello sterrato. Il suo attuale aspetto dai tratti rinascimentali è il risultato di un restauro del 1445, tuttavia conserva ancora oggi l’originario stile goticoromanico evidenziato soprattutto dal portale gotico in cotto. Lacerti di intonaco tuttavia ne definiscono gli interventi successivi. Accanto all’elegante campanile quattrocentesco a pianta ottagonale, si trova il vano semicircolare dell’abside, arricchito all’interno da un grande affresco raffigurante l’Annunciazione e il Padre Eterno sull`estradosso, con una rappresentazione di busti di profeti sull`arco, risalente alla metà del XV secolo e attribuito a Michele da Pavia, miniatore e pittore alla Corte dei Gonzaga. A partire dal XV secolo, nell’edificio venivano ospitati i monaci bisognosi di cure per la vecchiaia e le malattie. Addossato all’abside della chiesa sorgeva anche un ampio edificio a pianta quadrata, con chiostro centrale, sagrestia, cucina, cantine e celle per i monaci, andato distrutto nell’Ottocento.