Tipico esempio di chiesa rupestre che nel corso del tempo ha subito cambiamenti planimetrici-architettonici: infatti alla pianta originale biabsidata a due navate, furono aggiunti altre due navate laterali. Scavata in un banco tufaceo in modo molto simile a quella della sacra grotta garganica, presenta una volta molto bassa sostenuta da cinque pilastri quadrangolari, due dei quali con raffigurazioni di santi (Santa Lucia, San Nicola). Sulle pareti si rintracciano residui di affreschi risalenti al XIII-XIV secolo. Sulla parete di fondo della chiesa vi sono tre altari, due dei quali dedicati uno a San Michele e l'altro al Salvatore, e un'interessante nicchia per la conservazione dell'acqua miracolosa che si raccoglieva durante i pellegrinaggi alla grotta di S. Michele a Monte SantAngelo.
Nella zona adiacente alla chiesa, in stato di avanzato degrado, si trova un'altra cavità che secondo alcuni studi poteva essere la sacrestia, secondo altri un ulteriore chiesa, configurando così insieme alla prima, la tipologia della chiesa doppia.