CHIESA PARROCCHIALE DI SAN NICOLÒ

PERAROLO DI CADORE, BELLUNO

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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN NICOLÒ
La prima chiesa dedicata a san Nicolò venne costruita nel 1455 con le pietre scartate dal ponte sul Boite, donate alla comunità di Perarolo dal Consiglio del Cadore. Il titolo a san Nicolò, protettore dei naviganti, si deve alla fluitazione delle zattere dal Cadore a Venezia, che a Perarolo venivano assemblate e iniziavano la loro discesa. Accresciuto durante il ‘500 il commercio del legname cadorino con Venezia, Perarolo divenne via via più popoloso e la chiesa fu dapprima ampliata nel 1604 e successivamente rifatta su progetto dell’architetto Domenico Schiavi nel 1757. Nel 1858 venne demolita, su forzatura dei commercianti di legname che volevano realizzare la piazza che mancava al paese e venne ricostruita nel poso attuale su progetto dell’arch. Antonio Caregaro Negrin. Purtroppo il grosso peso della struttura non riuscì ad essere sopportato dal terreno e la navata dovette essere demolita solo 35 anni dopo la sua costruzione e sostituita con l’attuale. Il patrimonio artistico della chiesa è assai singolare e rappresenta una fonte culturale di notevole importanza, unica nel panorama della chiese non solo del Cadore ma dell’intera diocesi, in quanto è espressione del legame col fiume e la fluitazione del legname. Tra le numerose opere d’arte, molte delle quali donate dai commercianti di legname, si evidenziano una tela dell’Addolorata di G. Ghedina, una pala di T. Da Rin, un parato completo donato dal papa bellunese Gregorio XVI e un altro acquistato dal curato De Vido dalle truppe napoleoniche. Monumentale è l’altar maggiore cha accoglie sculture del Besarel e dei carnici Aloi, provenienti dalla chiesa settecentesca. L’organo, costruito da Pietro Nachini e Francesco Dacci tra il 1765 e il 1768, è un autentico capolavoro della scuola organaria veneziana e si è conservato in modo esemplare fino a noi. Importanti lavori di restauro, condotti tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 hanno permesso di consolidare la struttura dell’edificio. Tattavia, a cagione di una instabilità che ancora perdura sulla facciata, la chiesa è oggi chiusa, l’accesso interdetto a fedeli e visitatori interessati e il patrimonio culturale non più fruibile in loco.
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