Questo gioiello dell'architettura romanica è posto sullo spartiacque tra il golfo Paradiso e il golfo del Tigullio ed è giunto sino a noi quasi intatto nella sua struttura originaria. La costruzione è situata in posizione panoramica su una costa collinare alla pendici del monte Esoli. Il crocevia su cui sorge si colloca su uno dei percorsi antichi più importanti che attraversano il valico di Ruta, la cosiddetta strada di Bana, su un tracciato probabilmente preistorico utilizzato in epoca romana e ancora fino alla fine del XIX secolo. L’antico edificio di culto ha aspetto duecentesco, ma presenta tracce che lasciano supporre un’esistenza molto anteriore, attribuibile all’età longobarda (VIIVIII secolo). Per la sua collocazione, già a partire dal XII secolo il sito rappresentava un attivo centro di accoglienza per bisognosi e viandanti e fino al 1627 fu l’unica chiesa del paese. Oggi è generalmente conosciuta con il toponimo di “Chiesa Millenaria” e localmente come “Chiesa Vecchia”. L’attuale stato di conservazione degli edifici è dovuto agli interventi di restauro che si resero necessari dopo un lungo periodo di abbandono che seguì l’incendio appiccato dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte al comando del generale Massena. La pianta dell’edificio che vediamo oggi è il risultato della giustapposizione alla pianta originaria trapezoidale a navata unica absidata con pietre a vista di una navata laterale sinistra di forma pseudo-rettangolare (XV secolo). Al culmine della navata sinistra si erge la torre campanaria, realizzata dopo l’abside, la cui cuspide venne aggiunta con il restauro a cura della Soprintendenza ai Monumenti del 1950 per aumentare lo slancio ascensionale delle linee. Nel corso del precedente restauro del 1905 venne costruita la sacrestia sul lato mare, durante l’esecuzione di questi lavori purtroppo vennero distrutte le pietre tombali esistenti e una casetta che fiancheggiava la chiesa, forse un Ospizio per pellegrini o una canonica. La dedicazione dell’antica chiesa parrocchiale a San Michele Arcangelo, il nemico di Satana, il cui culto è documentato a Costantinopoli dal VI secolo, si inserisce nel solco della tradizione longobardo germanica che si diffuse in tutta Europa ed è molto sentito anche in Liguria.
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