La Collegiata (Chiesa matrice) rappresenta un ampliamento in fasi successive della chiesetta già esistente nel XII secolo dedicata al culto mariano e radicalmente trasformata nel corso dei secoli. Attualmente disposta su tre navate, ospita un fonte battesimale policromo trecentesco, un gruppo scultoreo della Madonna in trono col Bambino (1505), attribuita all'artista locale Stefano da Putignano; un Crocifisso barocco e 14 grandi tele della Via Crucis. Le tele sono citate nei documenti di archivio della chiesa a partire dal 1745 e costituiscono una collezione stilisticamente povera e modesta, con influssi caravaggeschi, probabilmente commissionata dal capitolo della chiesa al frate leccese Luigi del Santissimo Sacramento con l'obiettivo di istruire i fedeli. Nel presbiterio si trova un polittico in pietra locale e legno. Commissionato dal conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva e realizzato da Nuzzo Barba di Galatina, in esso sono collocate 9 statue lapidee ad esclusione di una in legno, che raffigurano la Madonna con bambino nella parte centrale, nel registro superiore Sant'Antonio da Padova, San Rocco, San Sebastiano e il Cristo risorto, mentre nel registro inferiore San Domenico di Guzman (in legno), San Pietro, San Paolo e San Vito Martire. All'antica facciata gotica della collegiata, con interventi effettuati tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX, si sostituì un nuovo prospetto neoclassico attraverso la costruzione di un grosso frontone che alterò il disegno originario. Nella seconda metà del XVIII secolo è portato a termine il campanile attuale (alto 35 m) in sostituzione di quello preesistente. A metà Ottocento è infine l'innalzamento della volta lignea della navata centrale e l'inglobamento delle colonne risalenti alla struttura gotica in nuovi pilastri lapidei.