“Chi dalla borgata detta Pecorile, sita lungo quel tratto della strada nazionale Reggio- La Spezia, ai piedi della faticosa salita, che conduce a Paderna, volge a destra, trova il torrente Campola. Passato il torrentello, la salita si fa in parte dolce ed in parte alquanto ripida e prima di giungere alla sommità del colle detto Pentile, donde si diparte una delle strade che guidano alle rovine del castello di Canossa, sopra una specie di promontorio trova la linda chiesetta di Casola Canossa, figliale della pieve di Paullo, l’antica Lezzola”
La chiesa parrocchiale dedicata a S. Eufemia Vergine e Martire fu una di quelle cappelle che S. Anselmo vescovo di Lucca ed amministratore del vescovado di Reggio Emilia dal 1082 al 1086 donò al monastero di S. Apollonio di Canossa in compenso del tesoro che la contessa Matilde aveva mandato al pontefice Gregorio VII per i bisogni della guerra contro l’imperatore Arrigo IV (menzione di ciò si trova nella Bolla di Adriano IV, nel Diploma di Arrigo V ed anche nella Bolla di Alessandro III del 1178). Con la scomparsa del monastero di Canossa la chiesa di Casola si trovava tra le filiali della pieve di Paullo come indicato nella visita del vescovo Cervini nel 1543. Crescendo di popolazione la chiesa venne allungata e di questo intervento si ha ricordo in una iscrizione che porta la data del 1443 con sotto le iniziali c.f.c. L’antico villaggio faceva parte del feudo di Canossa, passando in seguito agli Estensi e da questi al conte Bonifacio Ruggeri nel 1570, poi alla famiglia Rondinelli nel 1593 e infine ai Valentini di Modena che la tennero fino alla soppressione dei feudi nel 1796. Dopo la restaurazione Estense del 1814 la villa di Casola Canossa entrò a far parte del comune di San Polo d’Enza e dal 4 dicembre 1859, per decreto del governatore Farini fu aggregata al comune di Vezzano sul Crostolo. Durante il secolo 17° fu portata alla forma attuale, ne abbiamo prova nell’altare a sinistra di chi entra in chiesa dedicato a S. Antonio da Padova nel quale si leggeva, nello spazio dove è stato apposto il quadro, una iscrizione che ricordava questo intervento. Degno di essere ricordato è il restauro fatto eseguire da don Serafino Vezzani, nei primi anni del 900, il quale “con mirabile ardimento ha innalzato la sua chiesa non elevandone la volta ma bensì scavando il pavimento interno della chiesa rimuovendo il selciato in mattonelle ed abbassando pure per circa un metro e mezzo tutto il terreno intorno. Per questo intervento fu spesa la non lieve somma di lire 6.500
Nel 1990 si è dovuti intervenire con una nuova opera di ristrutturazione. La chiesa ora si presenta con una sola navata nell’abside della quale si trova il quadro di S. Eufemia, festeggiata, come patrona, il 16 settembre. Durante l’ultimo restauro della chiesa anche il quadro raffigurante la santa è stato oggetto di pulizia da parte del restauratore Giancarlo Prampolini e si è scoperto che il dipinto è opera del pittore bolognese Pietro Desani (1595 -1657) particolarmente attivo nella provincia reggiana e nella basilica della Ghiara. Infatti il quadro raffigura la madonna della Ghiara con S. Rocco e S. Eufemia. Nella chiesa è presente una copia fotografica del dipinto mentre il quadro originale si trova custodito presso il museo diocesano di Reggio Emilia. Ai lati si trovano due altari: a sinistra l’altare dedicato a S. Antonio da Padova mentre a destra alla Beata Vergine del Rosario alla quale fin dal 1617 era dedicata la confraternita presente a Casola. Purtroppo circa 30 anni fa i quadri, opera del pittore reggiano Tommaso Ottavi furono rubate al loro posto, grazie al pittore Corrado Tiradini, e con il benestare dell’ufficio beni culturali della Diocesi, sono state collocate due tele ‘moderne’: la Madonna con Gesù bambino sostenuta da nubi con scorcio di paesaggio collinare e l’altra con S. Antonio abate con sfondo di alberi. La chiesa si trova sul cammino ‘La via Matildica dal Volto Santo’ che collega Mantova a Lucca (4° tappa)