La monumentale Cattedrale di Montevago, costruita sul posto dove sorgeva la chiesa del SS. Crocifisso o del Purgatorio dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo, è stata iniziata verso la fine del 1700 e gli inizi del 1800 per volontà del Principe Giovanni Gravina Moncada e continuata dal Cardinale Pietro Gravina, arcivescovo di Palermo fino al 1820, anno in cui fu benedetta, dando incarico all'architetto palermitano Emmanuele Palazzotto (1798-1872), che avrebbe realizzato su commissione dello stesso arcivescovo i campanili neogotici della Cattedrale di Palermo.
Recentemente è stato finanziato dalla Regione Siciliana il progetto di restauro della Chiesa Madre di Montevago distrutta dal terremoto che nel 1968 devastò la Valle del Belìce. Il progetto, redatto dall’ufficio tecnico comunale, ammonta a circa 750 mila di euro e prevede la rimozione dei massi rimasti nella struttura dopo il crollo provocato dal terremoto del 1968, la messa in sicurezza delle colonne e quindi la fruizione al pubblico della pavimentazione della chiesa ai fini turistici.
La facciata della Cattedrale di Montevago presentava una sagoma neoclassica, realizzata in tufo (senza intonaco), era articolata su due ordini sovrapposti, separati da un'ampia trabeazione. L'ordine inferiore, a sua volta, era ripartito verticalmente da lesene, ora doppie ora singole; all'interno di questi spazi si aprivano: nel corpo centrale, leggermente aggettante rispetto ai lati, una grande porta sormontata da un timpano triangolare all'interno di un grande arco a tutto sesto; negli spazi laterali, invece, doppie porte più piccole (di cui le due più esterne cieche) sormontate da finestre con timpani triangolari.
L'ordine superiore era caratterizzato da un corpo centrale sopraelevato (al cui centro vi era una finestra con timpano curvilineo), ornato da lesene corinzie sostenenti un'ampia trabeazione su cui poggia un timpano triangolare a sua volta sormontato da un basamento sostenente una croce metallica. Ai lati si trovavano due alti campanili sormontati da cuspidi, al cui interno le scale a chiocciola consentivano l'accesso alla sommità. In quello di destra era posto un orologio, visibile su due lati, alimentato da un sistema meccanico ad ingranaggi, divenuto particolarmente caro, oltre che utile, alla cittadinanza con il suo perenne scandire le ore della vita quotidiana. La pianta della Cattedrale all'interno era a croce latina (ad imitazione della cattedrale di Palermo), divisa in tre navate (con cappelle laterali), di cui la centrale più ampia e più alta, attraverso robusti pilastri compositi sostenenti archi a tutto sesto; laddove il transetto si intersecava con la navata centrale si innalzava la cupola emisferica con lanterna.