CHIESA MADRE DI CATTOLICA ERACLEA

CATTOLICA ERACLEA, AGRIGENTO

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CHIESA MADRE DI CATTOLICA ERACLEA
La chiesa Madre, intitolata allo Spirito Santo e al SS. Redentore, fu costruita nel periodo che va dal 1745 al 1787. La costruzione fu iniziata da don Ignazio Cucchiara e, dopo la sua morte, avvenuta nel paese natio Prizzi il 1° settembre del 1773, fu proseguita dal cattolicese don Pietro Magrì, il quale la completò, l’arricchì sontuosamente con decorazioni varie e tele artistiche e l’inaugurò solennemente il primo gennaio del 1788, intitolandola allo Spirito Santo. Nell'anno 1760 il parroco don Ignazio Cucchiara ebbe l'idea di ingrandire la preesistente chiesetta per fondare una nuova Matrice, essendo la chiesa della Madonna del Rosario insufficiente a contenere i numerosi fedeli, che in occasione delle festività vi si recavano. Promosse una raccolta popolare e acquistò le case private confinanti con la vecchia chiesa. Il progetto di demolizione della vecchia e di costruzione della nuova chiesa diede luogo a una protesta scritta e inviata al Principe di Cattolica, fatta dalla famiglia Manganante, che abitava vicino alla chiesa e temeva che l’immensa mole del futuro duomo avrebbe sepolto nella “perpetua ombra” la loro abitazione. In seguito la protesta fu ritirata per l’intercessione di due sacerdoti della famiglia Manganante. La chiesa Madre, costruita a croce latina, presenta elementi caratteristici dell’arte barocca siciliana. L’interno ha una superficie di 150 mq in un’unica navata con due bracci a crociera. Ultimamente era stata sottoposta a considerevoli restauri ed era imminente la sua apertura al pubblico. Disgraziatamente, nel dicembre del 2003, a causa di grandi piogge (com’era già avvenuto nel passato per il campanile), è crollata la cupola centrale, causando la distruzione di alcune opere d’arte.[3] In essa, prima del crollo, era possibile ammirare: la tela raffigurante Maria Santissima del lume di autore ignoto, donata dal sacerdote Giuseppe Caraccioli, un quadro di Maria Addolorata del Conca di Napoli e alcune tele di Raffaello Politi, tra cui San Biagio martire, Il cuore di Gesù, Santa Lucia, Maria Maddalena, La caduta da cavallo di San Paolo e l’adorazione dei Re Magi. Altra opera pregevole la porta dell’entrata principale, che si deve al maestro Luca Bartolomeo di Sciacca. Nel 2009 sono iniziati i lavori di messa in sicurezza e ricostruzione della cupola e si spera che presto possa ritornare agli antichi splendori. Tuttavia, bisogna far rilevare che da 20 anni i lavori vanno sono sospesi a causa di beghe giudiziarie e burocratiche. Occorre che tutta la cittadinanza contribuisca a smuovere le acque stagnanti della burocrazia e dia il proprio aiuto morale ed economico per ridare al più presto al paese il suo cuore pulsante: la Chiesa Madre.
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