CHIESA IPOGEA DI SOTTERRA

PAOLA, COSENZA

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CHIESA IPOGEA DI SOTTERRA
La chiesa di Sotterra, situata a Paola in provincia di Cosenza, presso contrada Gaudimare, è di origini bizantine ma subì significativi rimaneggiamenti con l’avvento dei Normanni in Calabria, probabilmente ad opera dei monaci benedettini o florensi, ed è ascrivibile al VII sec. d. C. Come si può intuire dalla sua denominazione, la chiesa è attualmente ubicata sotto il livello del suolo, e si presenta come sito ipogeo, ma diversa era la sua natura originaria, e probabilmente venne gradualmente ricoperta da materiale di deposito di frane e/o alluvioni. Fu scoperta nel 1874, durante i lavori di costruzione per la soprastante chiesa della Madonna del Carmine, occasione nella quale vi si penetrò all’interno tramite un buco nel terreno aperto all’altezza della volta del presbiterio, ora adibito a lucernario. Il presbiterio della chiesa custodisce pregevolissimi affreschi che ancora oggi presentano numerose incognite, e pongono problemi complessi di natura storiografica che rendono ancor più affascinante la storia della chiesa. Ai due lati dell’abside vi è raffigurata l’Annunciazione: il visitatore che si appresta ad entrare nel presbiterio, può ammirare alla sua sinistra una bella figura dell’arcangelo Gabriele, avvolto da un leggero panneggio che sembra mosso dal vento, e alla sua destra la Vergine, adorna di preziosi ornamenti, con il manto nero, e un libro nella mano sinistra. Nell’abside, invece, da quanto emerge dalle ricerche più recenti, vi è raffigurata una teoria di santi (sia uomini che donne), con al centro una figura femminile, anch’essa ornata di un’aureola e recante un unguentario, che potrebbe essere identificata come una rappresentazione di Maria Maddalena. Questi ultimi affreschi risalgono al VII sec. d. C. e presentano una più diretta derivazione dagli stilemi bizantini, rientrando in una più ampia composizione che comprendeva nella parte alta, la figura di Cristo Pantocratore in una mandorla, di cui oggi purtroppo, a parte alcuni frammenti, non rimangono più tracce. Su un lato del presbiterio, inoltre, è collocato un secondo altare devozionale in corrispondenza di un affresco in cui è raffigurata la Vergine nell’iconografia della “Galaktotrefousa”, ovvero rappresentata nell’atto di allattare il Bambino, il quale reca in una mano un melograno, mentre poco a lato un altro affresco rappresenta, in una posa rigidamente frontale, Sant’Antonio Abate, una delle figure più importanti dell’ascetismo cristiano antico. La chiesa, con molta probabilità, nacque nel contesto di una laura eremitica, di cui probabilmente costituiva il fulcro, e fu realizzata in un’area geografica di frontiera tra i domini di Bisanzio e i possedimenti longobardi, quale fu la Calabria settentrionale durante l’Alto Medioevo. D’altra parte la regione, tra il VII sec. e il IX sec. d.C., fu intensamente interessata da numerose ondate di immigrazione di monaci orientali, che fuggivano dalla persecuzione iconoclasta e dalle invasioni arabe dell’Egitto e della Siria e, successivamente, della Sicilia. Le sue stratificazioni strutturali e stilistiche, nonché le innumerevoli incognite riguardo le sue origini e i suoi sviluppi, rendono la chiesa ipogea di Sotterra un patrimonio di notevole interesse, ed è certamente uno degli esempi di arte religiosa bizantina e medievale più importanti della Calabria. Il suo stato conservativo è fortemente a rischio.
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