Dal piazzale, con belvedere sulla parte orientale della città e sul territorio dell’entroterra, e dove si affaccia la chiesetta delle donne di pertinenza della Certosa, si accede alla Certosa di San Martino: il più celebre complesso monastico, in Italia meridionale, dell’Ordine fondato a Chartreuse (Cartusia), presso Grenoble, da San Bruno di Colonia.
La costruzione ebbe inizio nel 1325 per volontà di Carlo d’Angiò, figlio del sovrano Roberto e compiuto nel 1368 al tempo della regina Giovanna I e dedicata a San Bruno, San Martino, la Vergine e tutti i santi. Al progetto, ideato da Tino di Camaino, collaborarono Attanasio Primario, Francesco Di Vito e altri architetti. Nel 1578 il Priore Severo Turboli commissionò i lavori di abbellimento e ammodernamento della antica ‘veste’ gotica con incarico al toscano Antonio Dosio poi a Giovan Giacomo di Conforto. Ma fu Cosimo Fanzago, architetto bergamasco, che rese la Certosa il monumento straordinario dell’arte barocca seicentesca a Napoli.
La chiesa, preceduta da un pronao trecentesco, è a navata unica, mirabile esempio di decorazione in elegantissimi intarsi marmorei. Racchiude capolavori delle maggiori personalità d’artisti operanti al tempo: Battistello Caracciolo e Jusepe de Ribera, Giovanni Lanfranco e Guido Reni, Pietro Maratta e Simon Vouet. Altri interventi decorativi si susseguirono fino al Settecento sotto la direzione di Nicola Tagliacozzi Canale.