Il piccolissimo borgo compare improvvisamente all'attonito viaggiatore,quasi acropoli di montagna con relativa Cappella in alto e qualche casa contadina intorno,sullo strapiombo che si affaccia sul mare di Positano. Sul punto più alto doveva esserci nel IX secolo un fortilizio eretto a segnare e difendere i confini di queste terre dal Ducato di Amalfi. La chiesetta,inerpicata su una lunga scalinata,ancora conserva una statua del primo Seicento in marmo della Vergine con Bambino e due Statuette di Apostoli. Si dice che in passato più volte le popolazioni della piana si siano rifugiate quassù per scampare alle pestilenze e si racconta di salite penitenziali contrapposte a processioni discendenti per scampato pericolo. Ancora adesso il Martedì in Albis la gente sale per venerazione mariana alla Cappella e poi,come in una seconda pasquetta,si organizza per il tradizionale pranzo all'aperto. Ma qualcosa intanto accade anche su questo monte apparentemente immobile: nella Cappella tre preziose tele ritornano,brillanti nel colore ritrovato, dopo il recente restauro,a far bella mostra di sè alle pareti. Una più grossa con San Francesco in meditazione, delicato dipinto di un raffinatissimo caravaggesco napoletano al momento senza nome,e un'altra più tarda con Santa Rosa, splendida nelle chiarissime pennellate filanti,che fa coppia,sia per formato che per incorniciatura,con un San Giacinto.