Si tratta di una delle ultime opere progettate da Ippolito Scalza, a partire dal 1605. Si cimenta qui con un tema che sarà poi uno dei più importanti dell'architettura barocca, cioè il tentativo di unificare pianta longitudinale e centrale. Partendo da uno schema a quattro pilastri centrali con nove campate, come ad esempio a Mongiovino, toglie importanza alla copertura centrale, di solito risolta con una cupola, e anche planimetricamente la rende simile alle altre; e le campate esterne le tiene leggermente più basse, quasi a simulare delle navate laterali. Il risultato è uno spazio molto particolare, una sorta di commistione di pianta centrale con una chiesa a tre navate di eguale altezza.