La chiesa di Santa Maria Maddalena è una delle chiese di Roma, nel rione Colonna, che si affaccia sulla piazza omonima. Rappresenta uno dei pochi e dei più begli esempi dell'arte rococò in Roma. E' la chiesa nazionale degli abruzzesi residenti a Roma. Nel 1586 la chiesa, costruita su una cappella del Trecento già proprietà dell'Arciconfraternita del Gonfalone, venne affidata a Camillo de Lellis che ne fece la sede centrale dell'ordine dei Camilliani. All'ordine e al suo convento fu assegnato l'intero isolato circostante (piazza della Maddalena, via del Collegio Capranica, via delle Colonnelle). Nel 1628 papa Urbano VIII autorizzava l'apertura, di fronte alla chiesa, di una nuova piazza. I lavori implicarono la demolizione ed il rifacimento delle case circostanti, lavori ai quali si deve, ancor oggi, l'effetto armonioso e compiuto della attuale piazza della Maddalena. Lavori di rifacimento interno della chiesa furono intrapresi già dal 1630, nel quadro di attività che interessavano l'intero complesso. I rifacimenti furono effettuati in vari lotti, destinati alle singole cappelle, e e durarono a lungo: ancora nel 1695 si provvedeva a demolire case che erano appoggiate al fianco destro della chiesa. La fabbrica potè dirsi compiuta nel 1699, ma la consacrazione della nuova chiesa ebbe luogo soltanto il 4 maggio 1727. In settant'anni di lavori si avvicendarono diversi architetti: da Carlo Fontana (al quale si attribuisce l'attuale cupola e la volta) a Giovanni Antonio de Rossi, a Giuseppe Sardi che concluse, nel 1735, l'attuale facciata. Lo stile, il Rococò, non era molto utilizzato per gli edifici religiosi, e la facciata fu criticata da più parti, tanto da affibbiarle il soprannome di chiesa di zucchero (perchè ricordava le decorazioni di una torta). L'interno è complesso: all'unica navata di forma ottagonale allungata, con due cappelle per ogni lato, segue il transetto sottostante la cupola, con a destra il cappellone del titolare san Camillo de Lellis, del quale sono custodite le spoglie mortali, e a sinistra quello di San Nicola di Bari. Segue la cappella dell'altare maggiore, con il catino dell'abside affrescato (con un Gesù che predica alle turbe e una biondissima Maddalena alla sua destra; sopra l'altare, altra grande tavola con la Maddalena in preghiera) e, a sinistra, la cappella delle reliquie e l'ingresso alla sacrestia. Tra le opere d'arte di cui è ricca la chiesa (soprattutto legate alla vita di San Camillo, ad opera di Sebastiano Conca), si devono ricordare: Cristo, la Vergine e S. Nicola di Bari del Baciccia, S. Lorenzo Giustiniani che adora il Bambino di Luca Giordano, Un cenno particolare meritano: l'elegantissima sacrestia pienamente rococò, una delle più belle di Roma e la meglio conservata, con una profusione di dipinti, volute, dorature, policromie. Ragguardevole nella parete di destra la sequenza di armadi in legno dipinto a finto marmo alternati a finestre trompe-l'oeil. la cantoria e l'organo in legno dorato e figure di stucco bianco, del 1736.