La Chiesa sorge sul colle di Loreto Aprutino comune situato nella fascia collinare dell'entroterra abruzzese, compreso tra le prime montagne dell'Appennino e la costa adriatica. Si sviluppa sulla base dell'originario Castrum Laureti di fondazione longobarda, che ne costituisce l'attuale centro storico, al di sotto del quale un tempo si espandeva il territorio agricolo, convertito nel tempo in zona residenziale. La chiesa di Santa Maria in Piano si colloca esattamente in quest'area, risultandone l'unico elemento di valenza storico-architettonica, tanto da essere dichiarata Monumento Nazionale La storia della fabbrica affonda le sue radici in epoca longobarda, quando fu costruita, secondo alcune ricostruzioni, sopra le tracce di un tempio pagano dedicato al dio Giano ,secondo altri da riferirsi alla dea Diana, la versione più attendibile sorta su un pianoro La chiesa ha subìto diverse modificazioni, dovute principalmente a passaggi di proprietà di fondamentale importanza, annoverandola tra le architetture più contese tra diverse Abbazie dell'Appennino. Le ricostruzioni storiche relative alla fondazione sono due: la prima, secondo cui la chiesa fu eretta nel V secolo d.C., a seguito di un decreto che ordinava la conversione di tutti i templi pagani per seguire il culto del cristianesimo; la seconda, per cui la chiesa venne realizzata durante la colonizzazione monastica. Allo stato attuale, la chiesa presenta una struttura longitudinale a navata unica suddivisa da cinque arconi ogivali, culminante in un'abside a base ottagonale sormontato da una cupola a spicchi e lanternino cieco. La facciata principale è caratterizzata da un porticato successivo al corpo originario, da cui svetta la torre campanaria costruita in due fasi, che conferisce alla chiesa un aspetto più monumentale. La diffusione dei Comuni porta ad un periodo di dinamismo commerciale e culturale, che cambia la condizione di Santa Maria in Piano in abbazia “nullius” (lett. “di nessuna diocesi”), determinandone il rinnovamento interno attraverso la realizzazione di pitture in stile giottesco. Intorno alla metà del Cinquecento gli ultimi i lavori di restauro, voluti dall'Abate Umbriani, interessano il catino absidale, ricostruito in pieno stile rinascimentale, la costruzione del portico in facciata, la sopraelevazione della torre campanaria, le modifiche ai portali. La gemma nascosta della chiesa è l'apparato pittorico interno: un ciclo di affreschi databile verosimilmente tra il XIV e il XV secolo, che in origine avrebbe dovuto ricoprire l'intera superficie interna dell'aula.
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