Interessantissima chiesa romanica a tre navate, con portico esterno su tre lati, con le pareti interne e quelle prospettanti nel portico completamente affrescate. Il nome della chiesa deriva da una pietra rossiccia, murata sul secondo pilastro della navata centrale, con al centro un foro, da cui probabilmente sgorgava acqua. Una tradizione antichissima, forse risalente al paganesimo, attribuiva all’acqua poteri taumaturgici nella cura dell'infertilità. Le numerosissime immagini della Madonna che ornano le pareti sono soltanto una parte di quante se ne potevano ammirare fino alla metà del XIX secolo. Eseguite da Bartolomeo da Miranda e Valerio da Gualdo, le date che vi si leggono e l'analisi critica le collocano al XIV secolo. Addossato al primo pilastro si può ammirare un elegante altarino in marmo, attribuito a Rocco da Vicenza, che nei primi del Cinquecento operava in loco.