CHIESA DI SANTA MARIA DI PIETRA USO

SOGLIANO AL RUBICONE, FORLÌ CESENA

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CHIESA DI SANTA MARIA DI PIETRA USO
LE VICENDE DELLA CHIESA DI PIETRA DELL’USO La chiesa medievale di Pietra dell’Uso ha una datazione non facilmente precisabile e le notizie al riguardo sono pressoché inesistenti. E’ stata attiva fino agli anni Sessanta del XX secolo per poi cadere in disuso a causa del lento ma inesorabile spopolamento delle zone preappenniniche. Purtroppo, nel 1986 una triste circostanza ha voluto che venisse completamente depredata dei suoi averi: esibendo una falsa autorizzazione della Curia, alcune persone hanno svuotato il santuario di tutti i suoi arredi caricandoli su un camion. Qualcuno addirittura ha strappato via i mattoni dal pavimento. Trascorsi alcuni anni dal misfatto, Italia Nostra ha cominciato a battersi strenuamente per il suo recupero insieme a noti personaggi romagnoli. Ormai in disuso dagli anni Settanta, la chiesa della Natività di Santa Maria di Pietra dell’Uso veniva acquistata nel 2006 dal Comune di Sogliano per la cifra simbolica di un euro, fino a che nel 2011, l’Amministrazione comunale la faceva mettere in sicurezza per bloccare il degrado permanente. L’ARCHITETTURA Le origini della chiesa di Pietra dell’Uso affondano in un’epoca non meglio precisa del buio Medioevo, anche se tracce non del tutto chiare fanno supporre che prima dell’impianto esistesse un fabbricato sul quale fu poi inserito l’edificio di culto. Nel sito, che domina il fiume Uso la strada verso Strigara, i terrazzamenti in muratura fanno propendere per l’ipotesi che in questo luogo esistesse un edificio con funzione militari: forse in origine esisteva una torre di guardia con relativa cortina di difesa. In seguito questo assetto si è evoluto e quindi adeguato alle esigenze della comunità, motivo per cui, più tardi, dovette nascere la chiesa, nei pressi della quale è esistita la scuola del borgo. La chiesa- oggi sconsacrata- è pervenuta a noi in forme settecentesche ed è stata interessata dal crollo della copertura. La costruzione, realizzata incidendo la roccia, è di pianta quadrangolare, con una superficie di circa duecento metri. Nonostante i rimaneggiamenti subiti nel corso del tempo, risulta tuttavia ancora evidente la solidità del volume della struttura. In asse al primitivo ingresso è una cappella a pianta quadrangolare. La facciata a capanna è contrassegnata da aperture tamponate e da una lunetta centrale. Il lato sud presenta delle finestre non allineate e sembra aver ospitato l’antico ingresso della chiesa. Attualmente l’accesso avviene mediante una rampa ricavata tra la chiesa, il campanile e un sobrio casamento. L’interno a un’unica navata, seppure devastato, manifestala sua settecentesca elegante impaginazione, con le cornici e le paraste del presbiterio. Queste ultime divengono delle costolonature nella volta a botte che ritmano la percezione spaziale dell’insieme. La superficie è completata da un’ abside centrale e due cappelle laterali, mentre alle pareti sono affisse alcune lapidi. Sul fondo, nella zona della Sacrestia- separata dallo spazio liturgico da muro-, c’è una nicchia che aveva funzione di ripostiglio per gli oli. Nel pavimento di entrambi gli spazi sono stati rinvenuti dei resti mortali; ciò è dovuto all’antica usanza di seppellire i morti nelle pievi e nelle chiese. La parte della chiesa dove trovavano posto i fedeli, rea coperto da un soffitto organizzato a capriate lignee. Vi restano soltanto le tracce di una cantoria: alcuni gradini di una scala e gli alloggiamenti delle travi del solaio. Il campanile attuale, al quale si può accedere dall’esterno, fu eretto anch’esso sulla roccia nel XVIII secolo, ma le origini dell’impianto risalgono forse al Duecento. Testo tratto da L’Antica Pieve della Natività di Pietra dell’Uso a cura di Andrea Antonioli e Stefano Broccoli
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