La piazza Garibaldi ad Aiello del Sabato è il fulcro del paese. Il termine “fulcro” in italiano sta a significare: “Appoggio, sostegno, caposaldo; motivo o elemento centrale”. Ed è rigorosamente quello che è il compito della piazza aiellese: è il cuore del centro storico, l’elemento centrale, il caposaldo di tutte le stradine, è l’appoggio di tutte le manifestazioni e iniziative ed è il sostegno di tutti i palazzi storici e della Chiesa della Natività.
La Chiesa della Natività è il luogo di fede centrale dell’intero paese, quello più grande e che fa da capo agli altri luoghi sacri della comunità. È un posto ricco di storia, un tempio che è presente ad Aiello del Sabato da quasi quattro secoli.
Nel 2012,in occasione del trecento cinquantesimo anniversario dell’Elevazione a Parrocchia della Chiesa della Natività. In quella occasione il parroco don Salvatore Favati affermava:
“La Chiesa della Natività ha seguito le alterne vicende della comunità aiellese, arricchendosi talvolta di importanti opere d’arte o, al contrario, mostrando i segni della dura condizione economica in cui viveva il popolo; ma il senso di appartenenza ad una comunità convinta e generosa ha sempre fatto superare le varie difficoltà, regalandoci un tempio degno della Madre di Dio. E di ciò non possiamo che essere grati a coloro che ci hanno preceduti.
In questa importante occasione, fidando nella protezione di Maria Santissima della Natività, di San Carlo Borromeo, di San Sebastiano e san Fabiano, auspico che la comunità aiellese mostri sempre più una fede autentica e un atteggiamento aperto e solidale verso i fratelli, ponendo al centro della propria vita il messaggio di Cristo.”
La storia della Chiesa della Natività è lunga secoli e si intreccia alle vicende di molte persone che nel lungo arco temporale hanno popolato Aiello del Sabato. Una storia che forse non ha un inizio preciso ma che si arricchisce con il passare lento delle epoche. Un giovane aiellese, Daniele Galluccio, ha compiuto un lavoro certosino individuando cronologicamente gli avvenimenti storici della Chiesa, stilando così un Compendio.
Per mancanza di documenti non è possibile stabilire a quale epoca risale la Chiesa della Natività, ma da una lapide del VI secolo d. C. (541), posta sulla parete sinistra interna della stessa, si ha la certezza della sua esistenza, in quella data.
La lapide latina dice
HIC REQUIESCIT IN PACE DEI SERVUS IOANNIS. VV PRESBIT. QUI VIXIT ANN. LXXX EVOCATUS A DOMINO DIE
XIII KALEND. AUGUSTI FL. (AVIUS) BASILIUS V.C. SEDIT ANN. XXI
QUI RIPOSA IN PACE IL SERVO DI DIO GIOVANNI (o GIOVANNICIO) DECIMO PRESBITERO (O UOMO VENERABILE, PRESBITERO) IL QUALE VISSE 80 ANNI E MORÌ IL 20 LUGLIO, ESSENDO VICE CONSOLE FLAVIO BASILIO GOVERNÒ 21 ANNI.
Dopo questa iscrizione i primi documenti certi della Chiesa iniziano dall’anno 1045 quando essa apparteneva al Monastero di Montevergine. Con il passare dei secoli, i vescovi di Avellino, sempre più interessati alla Chiesa, iniziarono delle vertenze con il monastero terminate il 10 maggio 1328, quando le due parti arrivarono a un compromesso con la cessione dei diritti spirituali e temporali al vescovo di Avellino; tuttavia la Chiesa divenne completamente indipendente da Montevergine solo il 13 maggio 1331. Da quel momento gli arcipreti pro-tempore della Chiesa furono i vescovi di Avellino. I Vescovi si succedettero e nel 1662, come risulta dall’archivio parrocchiale che inizia il 3 novembre dello stesso anno, la Chiesa venne elevata a Parrocchia essendo primo arciprete Ricciarelli don Domenico.