La chiesa di S. Maria Assunta in Cielo, la cui costruzione fu iniziata sul finire del 1700, con il contributo del devoto Principe Don Vincenzo Caracciolo e del figlio Don Giuseppe, nonché della popolazione tutta, venne eretta nei primi anni del XIX secolo dall’arciprete don Giuseppe Milano da Roccasicura, per la spesa di 44.000 ducati. La si costruì per sostituire l’antica parrocchia arcipretale[1] risalente al 1200-1300 circa e ormai inadeguata ai bisogni del culto[2].
Con un volume di 9.000 mc, è per dimensioni tra le maggiori della diocesi di Isernia. La facciata è neoclassica, su due ordini con campanile laterale, ha un portale con frontone circolare sormontato da una finestra delimitata da due paraste e sul timpano superiore è presente una iscrizione: EX MONTE TEMPLUM.
Entrandovi si rivela una delle più belle chiese della zona: pianta a croce greca, cupola centrale e volte laterali. Domina la simmetria e l'ordine compositivo dell'insieme: 6 altari minori, 6 finestre con vetri colorati, 6 statue di santi, 9 affreschi sulla vita della Vergine Madre.
Presenta inoltre elementi rinascimentali e barocchi nonché dettagli di pregio: il pulpito ligneo sospeso, l’organo settecentesco, il fonte battesimale, l’altare maggiore in marmo con affresco nonché una graziosa piccola Madonna del seicento.
Gli affreschi furono eseguiti, nel 1804, dal pittore tardo-barocco Raffaele Gioia[3] di San Massimo. A lui si deve anche la grande pala dell’Assunzione sull’altare maggiore, restaurata nel 1872 dal pittore francese Jannes Vernier.
Nel corso degli anni la Chiesa ha subito alcuni danni a seguito di un incendio (notte del 7 dicembre 1883) e del sisma del 7 maggio 1984 che ne comportò la chiusura al pubblico, per gli opportuni interventi di ristrutturazione, fino al 19 giugno 1988.
“(…) chiesa di S. Maria Assunta sembra troppo grande per un paese così piccolo, compartita come è in maniera da far immaginare che l’interno sia a tre navate. Quando si entra si scopre che è a pianta centrale, a croce greca. Sull’altare una bella tela con una Dormitio virginis e la Madonna Assunta di buona fattura. A destra dell’ingresso, un po’ nascosto, sta il piccolo gruppo di S. Nicola[4] con i tre bambini nell’otre, le tre palle sul libro e il bambino con la coppa. E’ tra le più aggraziate tra quelle che ho visto girando per i paesi della provincia. Intorno, tutte le nicchie hanno la statua di un proprio santo. Non vista, nel braccio di destra, la statua di S. Emidio che protegge dai terremoti. Poi S. Sebastiano, S. Rocco, S. Lucia, S. Antonio. Sulla sinistra la cappella dedicata al Cristo morto e l’Addolorata. La chiesa è affrescata nelle volte e, ovviamente, il ciclo è dedicato ad episodi della vita della Madonna, a cominciare dalla Nascita di Maria con S. Anna nel letto e le levatrici che preparano le fasce. è una rappresentazione che, come le altre, si riporta ad una iconografia consueta. Così il matrimonio di Maria con S. Giuseppe che regge l’immancabile bastone fiorito. Nei pennacchi sono raffigurati vari profeti (Davide, Isaia, Geremia) che hanno previsto la venuta del Cristo con citazioni bibliche riportate sui cartigli posti sui quatto pennacchi della pseudo-cupola. Nel braccio di sinistra l’Annunciazione. In quello di destra l’angelo che avverte S. Giuseppe perché fugga in Egitto.(…)”
[Franco Valente - Luoghi antichi della provincia di Isernia].