Sorse come cappella del castello, di proprietà dei feudatari di Adro che dai documenti a noi pervenuti erano gli Zadri. In origine dunque si trattava di un oratorio privato che gradualmente divenne centro della comunità. Un documento datato 12 gennaio 1456 attesta che monsignor Paganino di san Paolo, vescovo ausiliare, si recò qui per riconsacrare la chiesa oltraggiata da un fatto d’armi avvenuto durante la guerra fra Francesco Sforza e Venezia. Non era una chiesa parrocchiale perché il sacerdote era detto rettore beneficiario. Il primo Parroco fu Francesco Cerutti. L’edificio era in uno stato decadente verso la fine del XV secolo, tanto da necessitare il suo abbattimento e riedificazione. Si mantenne lo stile Quattrocentesco originale. La nuova chiesa fu consacrata nel 1522.
Rimase la chiesa principale di Adro fino al XVI secolo.
Nel 1455 la Repubblica Veneta aveva emanato un decreto per la l’abbandono delle rocche private e questo determinò la decadenza del castello.
Ha un orientamento EST-OVEST. A meridione costituiva la sponda della fosse difensiva del castello. È monumento nazionale.
Nel XVIII secolo era affidata ad un eremita di castello.
Nel 1749 fra Francesco Uberti, eremita di castello e guardiano della chiesa, si alzò verso le due di notte del 21 maggio a causa di alcuni tuoni. Come di consueto salì sul campanile per avvisare la popolazione che si stava avvicinando il temporale. Un fulmine si scagliò sulla torre, facendola franare con il guardiano.
La torre fu ricostruita, ma si nota la differenza stilistica rispetto alla chiesa.
All’interno della chiesa sono presenti alcune sepolture gentilizie e sul presbiterio la pietra tombale dei sacerdoti.
L’edificio è del XVI secolo ma è di stile Quattrocentesco.
Gli affreschi sono stati restaurati nel 1974
* sulla volta dell’abside sono raffigurati gli evangelisti:
- san Giovanni con l’aquila
- san Matteo con il bue, nell’atto di ritrarre l’Assunta
- san Marco con il leone
- san Luca con l’angelo
* L’apside presenta l’incoronazione di Maria Assunta con al di sotto una schiera di angeli e nel basso gli apostoli stupiti.
L’arcobaleno simboleggia la restituita pace fra cielo e terra ed i tre colori la fede, la speranza e la carità.
Le pareti del presbiterio sono coperte di affreschi che rappresentano la vita di Maria. Si tratta di episodi tratti sia dai Vangeli canonici che da alcuni Vangeli Apocrifi, quelli che pur non essendo riconosciuti come autentici, non indicano nulla di contrario alla fede e servivano come racconti edificanti.
Gioacchino va al Tempio, ma il sacerdote lo scaccia per la sua sterilità
A Gioacchino appare un angelo mentre si trova in un luogo deserto a pascolare le pecore.
Gioacchino incontra sua moglie Anna sulla porta della città dopo che entrambi hanno avuto l’annuncio dell’angelo della nascita di un figlio
Sant’Anna partorisce Maria
Gioacchino accompagna Maria al Tempio
ESTERNO
All’esterno, di fianco ad una delle due scale, si nota un cippo di marmo con una croce, dedicato ad un benefattore del secolo scorso: Luigi Mazzuno.
Fuori dalla chiesa c’è un piccolo prato che in passato era il cimitero. Qui a fianco si trovano due cappelle del Seicento.
A occidente ci sono tre basi di pilastri: tutto quello che resta dell’antica chiesa di s. Maria Elisabetta che nel 1860 franò insieme alla riva su cui era stata costruita.
La pietra dell’arco fu posta sull’entrata del cancello dove ancora si leggono le iniziali SME.
Nel centro del giardinetto si trova un cippo dedicato a don Francesco Masneri, curato di Adro e successore di padre Fortunato Redolfi nella direzione dell’Oratorio di Adro.
Il cimitero era molto piccolo, poiché fino alla fine del Seicento si era soliti seppellire i defunti anche attorno alle altre chiese e anche sotto il pavimento delle chiese.
Solo nel 1714 fu benedetto il cimitero definitivo.
Gli affreschi furono restaurati fra il 1974 e il 1975.
Il portale fu restaurato nel 1979.