L'importanza degli affreschi non è data dall'altezza dell'arte in essi espressa, in quanto si tratta di una vena popolaresca, ma dal significato di documento che assumono riportando non solo la lingua parlata dell'epoca dal popolo, ma anche la vita di ogni giorno di quel periodo di Termini, e come in Termini, in ogni medio centro della Sicilia. In questo senso il livello qualitativo passa in secondo ordine. Gli affreschi in questione testimoniano come l'anima popolare rimanga, anche dopo molti secoli di storia e di civiltà, pressochè identica, con gli stessi problemi, gli stessi sentimenti, gli stessi gusti; si tratta di uno strato elementare radicato nel profondo dell'animo. Esaminiamo alcune caratteristiche essenziali dei pannelli: Il gusto dell'aneddotico espresso nella sequenza narrativa delle figure tale da far paragonare tutto il ciclo di affreschi ad un enorme cartellone di cantastorie: una specie di fumetto della Termini rinascimentale. Ogni riquadro è sottolineato da una didascalia in lingua popolaresca dell'epoca e che è quasi identica al dialetto ancora oggi parlato dal popolo. Le figure dipinte conservano d'altronde il segno calligrafico di chiarissima discendenza islamica, che incontriamo quasi identica nel soffitto di palazzo Chiaromonte di Palermo, così come nei pannelli dei carretti siciliani che gli artigiani locali dipingono ancora sugli stessi moduli e le stesse cadenze. Una cultura, quindi, popolaresca che troviamo in ogni elemento della decorazione. Ma la cosa più importante è che i sentimenti dei personaggi sono anch'essi espressi in modo popolaresco, cioè con il gesto. Questa caratteristica è stata chiamata linguaggio delle mani e sottolinea ogni azione ed ogni dialogo. Oggi come allora il popolo si esprime, si addolora, si adira, gioisce. I personaggi rappresentati in questi affreschi sono dei popolani e come tali si comportano, mimando il discorso ed esprimendosi in dialetto.