Sant'Agostino, chiesa del XV secolo in Tuscania, di particolare valore storico e artistico. Fino al 1971, anno del terremoto in Tuscania, sede del Seminario e Chiesa dei ragazzi e dei giovani, perchè vi si celebrava la prima Comunione e la Cresima. La Chiesa custodisce una bellissima cappella quattrocentesca, Cappella Ludovisi o di San Giobbe, affrescata da artisti di scuola umbra e custodiva la pala quattrocentesca della Madonna della Misericordia sull'altare maggiore. Gli altari laterali ospitavano notevoli tele settecentesce.
Il 1486 è la data di inizio della costruzione della cappella di San Giobbe che presenta un solenne grande arco di nenfro a tutto sesto e terminazione orizzontale, interamente scolpito con bassorilievi raffiguranti candelabri, festoni e putti. All'interno della cappella si apre il catino absidale, anch'esso incorniciato da un arco di nenfro ornato. Nel vano del catino c’era l’altare con il tabernacolo, sopra al quale si può ammirare il bellissimo affresco della Crocifissione, attribuita alla scuola viterbese della fine del Quattrocento: il pittore ha rappresentato al centro il Cristo crocifisso ormai morto, con tre angeli che raccolgono in tre calici il suo sangue zampillante dalle mani e dal costato; sotto la croce, oltre alla Madonna (a sinistra) e a S. Giovanni Evangelista (a destra), assistono alla scena anche i membri della committenza: i nobili Ludovisi, sia maschi che femmine. Al centro della volta è collocato, a rilievo in stucco colorato, lo stemma di una famiglia seicentesca che ebbe il giuspatronato successivamente alla famiglia Ludovisi.
Dopo il terremoto del 1971, la Chiesa è stata chiusa e viene riaperta occasionalmente. Le Giornate di Primavera 2016 del FAI hanno reso possibile una visita emozionante della Chiesa e delle sue opere, nel loro sito d'origine, per soli due giorni.
Sono in corso interventi di risanamento delle coperture su finanziamento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici del Lazio. Anche il chiostro, bellissimo e molto suggestivo, si trova in grande degrado.
Si candida a sede di un Museo di Arte Sacra, che possa ospitare i tesori attualmente infruibili della città di Tuscania (pale d'altare, argenti, corredi sacri rinascimentali, etc.).