La Chiesa bizantina di San Salvatore, in agro del Comune di Sannicola (Le), confinante col territorio del Comune di Gallipoli, è inserita in un complesso
architettonico rurale ormai diruto e fatiscente, detto "Masseria San Salvatore".
L'edificio religioso, in stile greco-bizantino, viene datato agli inizi del XIV Sec. (1310) in base a delle fonti documentarie, ma può ragionevolmente essere fatto
risalire ad epoca anteriore, e potrebbe essere coeva - ad esempio - della Chiesa bizantina di San Mauro, ubicata a poca distanza, sulla Serra dell'Altolido, sempre in agro del Comune di Sannicola, ma a poca distanza da Gallipoli (Le).
Ha una struttura basata su tre navate absidate, divise da archi acuti poggianti su pilastri con capitelli a stampella. Sulla parte absidale centrale, e su alcuni dei pilastri, è possibile riesumare i volti sbiaditi di alcuni santi, vescovi e filosofi bizantini. Tra questi, coloro che hanno resistito maggiormente ai devastanti effetti del tempo e dell’incuria, sono i padri cappadoci, un gruppo di filosofi cristiani ellenistici del IV secolo che formarono una famiglia monastica: ossia Basilio Magno, Gregorio di Nissa e Gregorio Nazianzeno (i loro maggiori contributi furono dedicati alla definizione della Trinità e alla versione definitiva del credo niceno), accompagnati da Giovanni Crisostomo, vescovo e secondo patriarca di Costantinopoli, venerato dalla chiesa cattolica, ortodossa e copta. Tutti e quattro gli uomini reggono una pergamena con iscrizioni in greco. Sopra di loro una deeisis e una trasfigurazione, mentre il volto del Cristo, con nimbo crucigero, appare su uno dei pilastri della navata di destra.