E' un luogo meraviglioso davanti all'antica chiesa c'è una quercia secolare censita nel libro dei patriarchi. La valle e ricca di flora e possibile trovare decine di varietà di orchidee selvatiche.
La frequentazione della località sembra avere origini antichissime; gli erudi locali nel passato sostenevano che il nome "Summano" sarebbe derivato da un precedente tempio pagano dedicato al dio Plutone o al dio Giove "Summo Mane". Non molto si sa delle prime fasi della sua vita, anche se la presenza umana nella zona è testimoniata da rinvenimenti archeologici e da numerosi materiali di reimpiego trovati nella chiesa abbaziale. Nei secoli immediatamente seguenti l'abbazia di S. Salvatore gode della protezione di vari papi che le assicurano ricchezza e potenza. L'abbazia fino alla fine del XII secolo segue la regola benedettina, ma almeno dalla seconda metà del secolo successivo i monaci si orientano verso quella camaldolese.
I Camaldolesi la lasceranno nel 1568, quando papa Pio V l'unirà in perpetuo alla mensa vescovile di Sarsina. Attualmente la chiesa, nonostante le origini remote, conserva ben pochi elementi antichi a seguito di varie vicende che alternano crolli e ricostruzioni, fino al trasferimento dei pezzi più pregiati in luoghi più sicuri. Oggi la costruzione si presenta con le pareti esterne quasi intatte, mentre il tetto è crollato del tutto; resiste invece il piccolo e grazioso campanile.
L'edificio era rovinato nel 1891 sotto il peso della neve depositatasi sul tetto; era poi stato semidistrutto da una frana attorno al 1940, ed era stato ricostruito dalla Soprintendenza ai Monumenti dopo la seconda guerra mondiale. Comunque, conserva ugualmente un grande fascino e una grande bellezza, sia per l'architettura in sé, sia per il paesaggio che le fa da cornice.