È un vero scrigno di opere d’arte. Fu costruita nel luogo dove dimorò l’eremita giunto dalla Spagna. La grotta del santo si trova ancora nelle sue forme originali nella cripta sotto il transetto. La prima costruzione risale al X o XI secolo, è menzionata in una bolla di papa Onorio II del 1125. Nel 1450 era già abbazia. Nella cappella fatta costruire da Mons. G. Battista Simoncelli, protonotario apostolico di Paolo V Borghese, furono trasferite e inglobate alcune opere d’arte provenienti dallo smantellamento di monumenti funebri dell’antica San Pietro, tra cui alcune sculture attribuite ad Andrea Bregno o alla sua ristretta cerchia. Tra gli altri reperti, una croce altomedievale in porfido e il celebrato tondo dell’angelo di Giotto, proveniente con ogni probabilità dalla demolizione della Navicella musiva nell’atrio della basilica vaticana. Di notevole interesse il sarcofago paleocristiano (330-350 d.C.), il cui racconto iconografico ispira interessanti dibattiti.