costruita sullo sperone roccioso all’estremità del paese che da sul mare aperto, la chiesa fu fondata sugli antichi resti del tempio pagano dedicato alla dea Venere Ericina . La parte più antica, alla destra dell’ingresso, è ancor oggi identificabile grazie alla presenza della pavimentazione circolare realizzata con sottili lastre di pietre a marmi di vario genere; lavori di modifica, ad opera dei genovesi, durano dal 1256 al 1277 intervenendo per quanto possibile sul ristretto spazio a disposizione.
Entrando nella piccola chiesa si ha la sensazione di trovarsi in un unico ambiente, ma ad uno sguardo più attento si può riconoscere la divisione in tre navate, le laterali più strette e la centrale più ampia che conduce lo sguardo all’altare in marmo bianco di semplice fattura. L’interno della chiesa è decorato, come parte della facciata, a strisce orizzontali bianche e nere; al presbiterio sono affiancate due piccole cappelle laterali a pianta quadrata con copertura a volte ogivali, quella a sinistra è sormontata dalla torre campanaria che sale a sezione quadrata sino a chiudersi a piramide e decorata, su ogni lato, da due file verticali di bifore che, oltre ad avere una funzione decorativa, hanno il compito di alleggerire la struttura della torre.
Nel 1494 un grave incendio colpì il paese e coinvolse anche la chiesa di San Pietro, in seguito danneggiata dagli attacchi della flotta di Carlo VII, venne saccheggiata più volte dei suoi materiali che vennero usati per gli impieghi più svariati ed in periodo napoleonico le sue rovine vennero destinate a batteria militare per la difesa del golfo spezzino.
Il restauro della chiesa è relativamente recente, dal 1929 al 1934.