La chiesa, una delle più antiche della città, sarebbe stata fondata nel VII secolo sulle fondamenta di un vecchio fortilizio da alcuni rifugiati padovani, in fuga dai barbari. Ricostruita nel XII secolo, essendo stata danneggiata da due furiosi incendi nel 1106 e nel 1149, non ha cessato nei secoli di essere oggetto di rifacimenti importanti e radicali. Dopo l’alluvione disastrosa del 1966, sono stati eseguiti complessi lavori di restauro sotto l’egida del “Venice in peril Fund”, per proteggere l’ edificio dall’acqua alta. Restaurata anche nel 2002-2003 grazie alla legge speciale per la salvaguardia di Venezia, la chiesa appare ora in tutto il suo splendore. Lavori recenti bne hanno messo in luce gli elementi più notevoli e caratteristici nel loro succedersi edilizio, mascherati in precedenza da restauri poco rispettosi. La facciata principale conserva ancora resti delle costruzioni del XIII secolo: la minuscola bifora sulla parete centrale è dell’epoca, mentre il piccolo portico, ricostruito agli inizi del XX secolo utilizzando il più possibile materiali originali dell’epoca, risale al XV secolo. Alloggiava alcune religiose dette pizzocchere (bigotte) che vi trascorrevano lunghe ore in preghiera. L’unico altro esempio di portale simile, si conserva alla chiesa di S. Giacometto a Rialto. Vicino al portico, si staglia il massiccio campanile, in stile veneto-bizantino, della fine del XII secolo. L’assetto della facciata rivela una chiesa a pianta basilicale, come si può notare all’interno, malgrado le modificazioni successive.
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